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Stanza 316Campione

Stanza 316

GIORNO 3 DI 7

Caro Dio,

Oggi il dottore mi ha chiesto se voglio donare gli organi di Matteo. "Nel caso," ha detto. "Dovremmo essere preparati."

Gli ho urlato di uscire. Poi ho pianto per due ore.

Stanotte gli ho sussurrato: "...che ha dato..." E quelle tre parole mi hanno fermato il respiro.

Dare. Non sentire, non provare, non desiderare. Dare.

L'amore che non dà non è amore. È solo sentimento. È solo bisogno travestito da affetto.

E Tu, cosa hai dato?

Ho passato la notte a guardare il monitor che segna i battiti del cuore di Matteo e ho capito una cosa che mi ha spezzato: ogni battito che sento è un dono.

Ogni respiro che fa, è qualcosa che Tu gli stai dando in questo momento. Non era dovuto. Non era garantito. È regalo puro. Ventuno anni di regali, battito dopo battito.

E io cosa ho dato a lui?

Gli ho dato soldi. Casa. Cibo. Vestiti. Cose. Gli ho dato consigli, regole, aspettative. Ma quando mai gli ho dato me stesso?

Quando ho dato il mio tempo senza che servisse per correggerlo? Il mio ascolto senza che dovesse convincermi di qualcosa? La mia presenza senza che ci fosse un problema da risolvere?

E a Te cosa ho mai dato?

Mi hai dato la vita e io Ti ho dato lamentele. Mi hai dato una famiglia e io Ti ho dato la colpa per ogni cosa che andava storta. Mi hai dato opportunità e io Ti ho dato il mio successo come se l'avessi costruito da solo.

Mai un grazie sincero. Mai un momento in cui ho detto: "Questo è tuo, lo riconosco."

E ora, quando potrei perdere tutto, capisco che dare non è quello che fai quando hai troppo. È quello che fai quando ami davvero.

Il dottore mi ha fatto una domanda che mi ha cambiato: "Sarebbe disposto a dare gli organi di suo figlio per salvare altri quattro bambini?"

E per la prima volta ho capito cosa significa "che ha dato il suo unico figlio".

Tu non hai dato qualcosa che avevi in più. Non hai dato quello che ti costava poco. Hai dato quello che era tutto per Te.

Come io potrei dare il cuore di Matteo perché batta nel petto di un altro bambino. Come potrei dare i suoi occhi perché qualcun altro veda il mondo. Come potrei dare la sua vita perché altri quattro vivano.

Sai qual è la cosa più terribile e più bella?

Che se Matteo non ce la fa, e io firmo quei moduli, non lo sto perdendo. Lo sto dando.

E dare quello che ami di più al mondo non è perdita. È l'amore nella sua forma più pura.

Tu questo lo sapevi già duemila anni fa.

Quando hai guardato Tuo Figlio e hai visto tutti noi che morivamo e hai scelto di dare invece che trattenere.

Quando hai trasformato la perdita in dono.

E ora capisco che l'amore vero si misura non da quello che riesci a tenere, ma da quello che riesci a dare.

Anche quando ti spezza.

Soprattutto quando ti spezza.

Se dovesse accadere, aiutami a dare come dai Tu.

Un padre che sta imparando cosa significa amare.

"...che ha dato..." - Giovanni 3:16c NR06

Riguardo questo Piano

Stanza 316

STANZA 316 Sette giorni. Un padre disperato. Un figlio in coma dopo l'incidente. Ogni sera sussurra una parte di Giovanni 3:16 all'orecchio del figlio che forse non tornerà mai più. Ogni notte scrive nel diario quello che quelle parole stanno facendo al suo cuore spezzato. Da "Perché Dio ha tanto amato" a "ma abbia vita eterna" - un viaggio che demolisce tutto quello che credevi di sapere sull'amore di Dio. Non è il devotional che ti aspetti. È quello di cui la tua anima ha disperatamente bisogno. Preparati a piangere, a credere, a rinascere.

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Vorremmo ringraziare Giovanni Vitale per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.assembleedidio.org