Genitore: Un Dono, Non Un MestiereCampione

Genitore: servo accreditato
A volte, di fronte al compito di educare un figlio, ci si sente piccoli. Vengono i dubbi, le paure: “Se sbaglio tutto?”, “Se non sono all’altezza?”, “Se mio figlio prende una strada sbagliata?” Sono domande comprensibili, che toccano in profondità. Ma ecco una verità che dona respiro: non sei solo. Sei stato scelto, sei stata scelta. Non da chiunque, ma da Dio stesso. "Tu sei il mio servo, ti ho scelto e non ti ho rigettato. Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia" (Isaia 41:9,10 - NR06).
Sì, proprio così. Non è un caso, non è una coincidenza, non è una questione biologica e basta. Se oggi sei genitore, è perché Dio ha voluto che tu fossi la persona giusta per accompagnare quel bambino nel suo cammino di vita. Il progetto non nasce da te, ma da Lui. Questo cambia tutto. Cambia il modo in cui guardi tuo figlio. Cambia il modo in cui guardi te stesso.
Nel mondo greco, il pedagogo era lo schiavo incaricato di portare il figlio del padrone alla scuola che il padre aveva scelto per lui. Non era lui a decidere il percorso, ma lo conosceva. Non era lui a insegnare, ma custodiva, accompagnava, orientava. Ecco, anche noi, come genitori, non siamo i padroni del destino dei nostri figli. Siamo servitori fedeli, incaricati dal Padre di accompagnarli verso il piano che Dio ha pensato per loro.
Quel piano è già in atto. Anche se oggi non lo vedi, anche se il tuo bambino fa i capricci o il tuo adolescente ti risponde male, Dio sta già lavorando nel suo cuore. Il tuo compito è preparare il terreno, togliere i sassi, annaffiare con pazienza, mettere luce e protezione. Poi sarà Dio a far crescere il seme, nel tempo giusto, secondo la Sua sapienza.
Questo non significa che possiamo stare con le mani in mano. Al contrario, è una chiamata forte a vivere la genitorialità con fede, passione, responsabilità. Offrire un ambiente dove si respiri amore e verità, dove si possa sbagliare ma anche ricominciare. Osservare, incoraggiare, correggere, benedire. Soprattutto, accompagnare.
Accompagnare significa camminare accanto. A volte vuol dire rallentare il passo, altre volte accelerare, altre ancora fermarsi e aspettare. Significa non tirare troppo, ma nemmeno mollare, tenere la mano, ma lasciare anche un po’ di spazio. Fino al giorno in cui quel figlio inizierà a camminare da solo, portando dentro di sé tutto quello che hai seminato.
Forse oggi non lo vedi ancora. Forse c’è stanchezza, incertezza o ferite da guarire. Ma non perdere di vista questa verità: sei stato scelto, sei stata scelta per accompagnare un destino. Il Creatore del cielo ti ha accreditato per farlo. Non ti servono superpoteri. Bastano un cuore che ama, una mente che ascolta e una fede che crede. Il resto lo farà Dio.
Scrittura
Riguardo questo Piano

Antonio Amico ci prende per mano ed invita a riscoprire la genitorialità non come un insieme di compiti da svolgere, ma come un dono prezioso da accogliere con gratitudine. Crescere un figlio non è un dovere, ma un viaggio d’amore condiviso, dove non siamo soli, perché Dio ci affianca e sostiene passo dopo passo. Essere genitori, quindi, non è un mestiere, ma un miracolo quotidiano da vivere nella fiducia, nella presenza e nella pazienza, con la certezza che, mentre accompagniamo la crescita di chi amiamo, anche noi cresciamo, guidati dalla presenza di Dio, che non ci lascia mai soli.
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Vorremmo ringraziare Antonio Amico per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.edizionilafionda.it
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