Genitore: Un Dono, Non Un MestiereCampione

Amore e autorevolezza
Quando pensi a un buon educatore, che caratteristiche ti vengono in mente? Forse qualcuno che sa ascoltare, che ha pazienza, che dà regole chiare, che incoraggia ma sa anche correggere. E se tutte queste qualità le mettessimo insieme in una sola persona? Ecco che ci troveremmo davanti a Gesù. Sì, proprio Lui: non solo il nostro Salvatore, ma anche il più grande educatore della storia.
Gesù era credibile. Diceva ciò che pensava e faceva ciò che diceva. Le persone si fidavano di Lui, non perché parlasse tanto, ma perché era coerente.
E questo, nella relazione con i figli, è fondamentale. Un genitore che promette e non mantiene, che dice una cosa e poi fa il contrario, perde rapidamente autorevolezza. Invece, quando le parole e i gesti coincidono, nasce la fiducia. E la fiducia è la base di ogni relazione educativa.
Gesù instaurava un dialogo vero. Non imponeva le Sue verità, ma ascoltava profondamente. Anche chi era lontano, anche chi aveva sbagliato, trovava in Lui uno spazio dove poter parlare. Nelle famiglie, invece, spesso si parla tanto, ma si ascolta poco. I figli non hanno solo bisogno di istruzioni, ma di sentirsi accolti. Devono sapere che la loro voce conta. Che possono esprimersi senza paura. Il dialogo non indebolisce l’autorità, al contrario: la rende più solida, perché nasce dalla relazione.
Gesù amava con intensità, ma il Suo amore non era astratto. Si traduceva in tempo, in presenza, in attenzione. Così dovrebbe essere anche l’amore dei genitori: non solo parole, ma fatti. Non basta dire “ti voglio bene”. Bisogna dimostrarlo con lo sguardo, con il tono della voce, con la capacità di esserci davvero. L’amore vero si vede, si tocca, si sente. Ed è ciò che dà sicurezza a un figlio.
Gesù era rispettoso. Correggeva, sì, ma sempre con grazia. Non umiliava, non schiacciava. Il rispetto è forse uno degli ingredienti più trascurati nell’educazione, eppure è da lì che nasce la capacità di rispettare gli altri. Un bambino rispettato nei suoi tempi, nei suoi errori, nelle sue emozioni, sarà un adulto più equilibrato, capace di accogliere le fragilità altrui.
Imitare Gesù come educatore significa unire amore e autorevolezza, ascolto e guida, verità e grazia. Non è facile, ma è possibile. Perché l’educazione non è solo trasmettere regole, ma insegnare a vivere. E per farlo, Gesù è il modello più alto a cui possiamo ispirarci. Ogni passo in questa direzione costruisce un rapporto solido, profondo, capace di durare anche quando il bambino diventerà grande.
Scrittura
Riguardo questo Piano

Antonio Amico ci prende per mano ed invita a riscoprire la genitorialità non come un insieme di compiti da svolgere, ma come un dono prezioso da accogliere con gratitudine. Crescere un figlio non è un dovere, ma un viaggio d’amore condiviso, dove non siamo soli, perché Dio ci affianca e sostiene passo dopo passo. Essere genitori, quindi, non è un mestiere, ma un miracolo quotidiano da vivere nella fiducia, nella presenza e nella pazienza, con la certezza che, mentre accompagniamo la crescita di chi amiamo, anche noi cresciamo, guidati dalla presenza di Dio, che non ci lascia mai soli.
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Vorremmo ringraziare Antonio Amico per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.edizionilafionda.it
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