Proclamare

Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. – Luca 4,18-19 (CEI)

Molti affermano che Gesù non abbia mai dichiarato di essere Dio, che era un uomo giusto e un maestro straordinario, un benefattore e un esempio da seguire, ma che in realtà non abbia mai dichiarato di essere più di questo e che sono stati i Suoi seguaci ad aggiungere la parte sulla Sua “divinità”. Sbagliato.

Consideriamo, per esempio, questo momento nella sinagoga della città in cui era cresciuto, Nazaret. Gesù si presentò in un giorno di sabato com’era solito fare e si fece avanti per leggere dal rotolo del profeta Isaia. Trovò il punto in cui era scritto il versetto di questa meditazione (un versetto scritto nell’VIII secolo a.C. sul Messia che sarebbe venuto) e lo lesse ad alta voce. Poi si sedette e disse: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udito» (v. 21, NR06).

Come, prego?

Quanto sarà sembrata folle questa dichiarazione alla gente che aveva preso parte un miliardo di volte alle funzioni religiose del sabato insieme a Gesù? Era cresciuto nella loro cittadina, aveva imparato dagli insegnamenti dei rabbini, giocato per strada con i ragazzi, lavorato il legno con Suo padre e – secondo la Bibbia – non era un uomo sopra la media in alcun aspetto visibile.

Nel corso dei Suoi trent’anni di vita (senza parlare dei 400 anni precedenti), i giudei avevano atteso con impazienza il Messia, Colui che sarebbe stato re e che li avrebbe liberati dall’oppressione dei Romani. O, quantomeno, questa era la loro idea di Messia. Ma avevano mal interpretato le profezie.

A portare ai poveri il lieto annuncio.

Gesù venne a predicare il Cielo, le sue ricchezze, la sua bellezza, la sua infinità e la sua accessibilità. Venne ad annunciare che la vita è molto di più di quella che vediamo, molto di più per i diseredati e per quelli che hanno il cuore afflitto.

A proclamare ai prigionieri la liberazione...

Gesù non era un liberatore politico, era un liberatore spirituale. Venne sulla terra ad annunciare la libertà dal peccato che rende schiavi e tutte le conseguenze eterne che essa procura.

... e ai ciechi la vista.

Gesù guarì molti fisicamente, ma la guarigione fisica era soltanto figura di ciò che era necessario spiritualmente. Egli venne ad aprire gli occhi e i cuori delle persone al loro peccato, al loro bisogno di aiuto e misericordia, e al Suo desiderio e alla Sua capacità di risanarli.

A proclamare l’anno di grazia del Signore.

Gesù e il dono della salvezza che avrebbe offerto erano la manifestazione della grazia di Dio verso di noi, verso un mondo disperatamente bisognoso di Lui. Sì, Gesù fu un uomo giusto e un maestro straordinario, un esempio di gentilezza, amore, inclusività e tanto altro. Ma dichiarò anche di essere l’adempimento della profezia dell’Antico Testamento che parlava di Colui che avrebbe salvato il mondo. E in quel sabato nella Sua tranquilla città, lo proclamò in un modo che nessuno dei presenti mal interpretò.

Il Messia da lungo tempo atteso del quale predicate da secoli nelle vostre sinagoghe?

Sono io.

Spunto di Preghiera

Ringrazia Dio per il Suo cuore rivolto agli oppressi, chiediGli di donarti quello stesso cuore e poi chiediGli il coraggio per proclamare la buona notizia con la stessa audacia dimostrata da Gesù.

Per Crescere

Quali tratti del carattere di Gesù ti colpiscono di più in questo episodio?
Perché secondo te Gesù iniziò i Suoi tre anni di ministero con questa particolare apparizione pubblica nella città in cui era cresciuto?
In quali modi puoi manifestare lo stesso amore verso coloro per i quali – secondo le parole delle profezie – Gesù è venuto?

Meditazione tratta dal libroThe Chosen: 40 giorni con Gesù - Libro Uno, in esclusiva su eternitylibri.it. Copyright 2024 © Eternity Libri