IL DIO CHE RESTACampione

Giorno 5 — Il suono che precede l’apertura delle porte

Immagina di essere in casa, dietro una porta chiusa.
All’improvviso senti bussare. Non vedi chi è, ma sai che qualcuno è lì.
Il suono ti annuncia una presenza prima ancora che la porta si apra, giusto?

Gesù dice: «Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui, cenerò con lui ed egli con me.» (Apocalisse 3:20, NR06)

E qui c’è una rivelazione che spesso dimentichiamo: il bussare è già una manifestazione della Sua presenza!

Noi spesso vogliamo la porta spalancata, ma Dio inizia sempre con un suono – quello di uno che bussa ad una porta.
Può creare un miracolo istantaneo, certo, ma può anche presentarsi con un tocco, un sussurro.

È così in tutta la Bibbia.

– A Gerico, le mura non cadono subito. Prima arriva il suono delle trombe. «Il popolo lanciò grida, i sacerdoti suonarono le trombe; appena il popolo udì il suono delle trombe, il popolo gridò con gran voce, e le mura crollarono.» (Giosuè 6:20, NR06).
Il suono precede la vittoria.

– Con Elia, non ci sono ancora nuvole, ma si ode il rumore di una grande pioggia. «Elia disse ad Acab: “Sali, mangia e bevi, poiché si ode un rumore di grande pioggia.”» (1 Re 18:41, NR06)
Il suono precede la manifestazione.

– A Pentecoste, lo Spirito non appare subito come fuoco, ma prima si sente un suono come un vento impetuoso che riempie la casa. «Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi erano seduti.» (Atti 2:2, NR06)
Il suono precede la gloria.

Il Cielo lavora secondo quest’ordine: prima fa udire il suono, poi apre la porta.

Il problema è che spesso disprezziamo il suono perché non vediamo ancora il miracolo. Sentiamo un incoraggiamento, una parola, un piccolo segnale… e lo ignoriamo.

Ma in ebraico la parola qôl (קוֹל) non significa solo “voce.” Significa “annuncio, richiamo, proclamazione divina”. Ogni volta che qôl appare nella Bibbia, qualcosa di soprannaturale sta per accadere. Il suono è sempre precursore della manifestazione — la voce di Dio che prepara la Sua entrata in scena.

Quando Dio rilascia un qôl nella tua vita, ti sta dicendo: “Io sono qui. La porta sta già iniziando a muoversi.” La domanda è: riesci a credere al suono prima di vedere la porta aperta?

Quello che senti nello Spirito — anche se piccolo, anche se fragile — è già la prova che Dio si sta muovendo in tuo favore.

Forse il tuo matrimonio non è ancora guarito, ma senti dentro un sussurro di speranza: quello è il suono.

Forse non hai ancora visto la guarigione, ma hai ricevuto pace nella preghiera: quello è il suono.

Forse non hai ancora visto la porta aprirsi, ma avverti la certezza che Dio non si è dimenticato di te: quello è il suono.

E allora, in questa ultima tappa del viaggio, lasciati toccare da questa verità: non serve “vedere” per sapere che Dio è presente nella tua vita. Basta sentire quel suono, quel tocco, quella pace che non ha spiegazioni.

È Lui. È il Dio che non se ne va, che non si muove, che non smette mai di bussare.

E mentre tutto cambia, Lui rimane. Non fugge, non tace, non si stanca di bussare. Resta per amarti, per proteggerti, per rialzarti.

Il Dio che resta non viene per una visita, ma per una dimora. Non bussa per entrare e uscire, ma per restare.

E quando il mondo tace, sentirai ancora quel battito leggero, quel suono familiare che sussurra al tuo cuore: “Non me ne sono mai andato.”

Forse la porta che aspetti non si è ancora aperta, ma la Sua presenza non si è mai allontanata da te.

Perché il vero miracolo non è quando la porta si apre… è quando realizzi che Dio non se n’è mai andato da te, neppure per un attimo.

Sei amato. Sei amata.