Incrollabile: Il Carattere Della Donna Di DioCampione

UNA MADRE DISPOSTA A PROTEGGERE SUO FIGLIO FINO ALLA FINE!

Oggi voglio portarti nella vita di una madre, che forse potresti essere tu.

Ha visto nascere suo figlio in un momento difficile e, a causa di eventi estremi, lo ha dovuto lasciare andare troppo presto, cercando di proteggerlo fino alla fine.

Si tratta di Iochebed, la mamma di Mosè. (Esodo 2, NR06)

Da lei vogliamo cogliere la sua posizione di impotenza, ma nello stesso tempo di protezione, che alla fine le riserva un finale inaspettato.

Vedendo il bambino così bello, decise di nasconderlo per tre mesi, nonostante il decreto del faraone. Era determinata a salvarlo a tutti i costi.

Forse tu sei stata tra quelle madri a cui il medico ha dato una sentenza di malattia o di non sopravvivenza del proprio figlio, che portava in grembo, consigliandoti di abortire. Tu sei rimasta salda nella fede, decidendo di tenere il bambino e di proclamare su di lui parole di benedizione ogni giorno, sapendo che il miracolo sarebbe arrivato.

Ci sono tante donne che hanno creduto fino alla fine ed hanno ottenuto per fede quanto chiesto. Donne che avrebbero dovuto abbracciare figli con patologie già decretate dalle prime settimane di gravidanza, che hanno lottato in preghiera e che alla fine hanno dato alla luce un figlio sano. Quel figlio, che oggi è al servizio di Dio.

Iochebed lo tenne nascosto per tre mesi e non credo ne parlò con nessuno, per timore di essere scoperta. Non si lasciò condizionare da chi le avrebbe potuto dire: “Ma sei pazza? Non puoi tenerlo…Se ti scoprono vi uccideranno!”

Una madre a cui tolgono un figlio non può morire due volte.

Forse Dio lo sta dicendo anche a te:

“Tieni per te quello che stai vivendo, fallo per un tempo, perché la paura degli altri, l’iper-apprensione di chi ti sta a fianco non indebolisca la tua fede e, non ti faccia mollare prima del previsto!”

Posso immaginare il cuore di Iochebed, sempre palpitante e le sue braccia strette intorno al piccolo Mosè, ogni giorno come una vita in bilico tra la vita e la morte. Bastava un solo pianto al momento sbagliato e sarebbe stato scoperto, ucciso e lei punita. Chissà come sussultava ogni volta che qualcuno bussava alla porta di casa sua, pensando che fosse qualche egiziano pronto a controllare, se in casa sua ci fosse qualche bambino ebreo lasciato in vita.

Lo tenne finchè non iniziasse a crescere e a lamentarsi del dolore dei primi dentini o a prendere coscienza di quanto stava accadendo. Forse per tre mesi non avrà dormito per vegliare su di lui e pregare Dio che qualcosa potesse cambiare nel cuore del faraone e poterlo così tenere con sé. Ma così non fu.

E tu, madre, che ami tuo figlio più della tua stessa vita, sai che quei “tre mesi” sono stati per te — forse “giorni”, forse “anni” — il tempo necessario per educarlo e sostenerlo nelle sfide più difficili dell’adolescenza. Arriverà il giorno in cui dovrai salutarlo e affidarlo a Dio, non solo spiritualmente, ma anche fisicamente, e il modo in cui lo lascerai andare sarà cruciale, perché lui intraprenda la sua strada, quella che Dio ha tracciato per lui.

Sono convinta che come donna, come Iochebed, cercherai di proteggerlo fino alla fine, perché fa parte di te e non puoi farne a meno.

In che modo? Ti aspetto domani!