La Bontà Che Cambia Il MondoCampione

Bontà e benignità: la natura e l’espressione di Dio
La bontà e la benignità di Dio sono la stessa cosa?
Credo di no. Anche se profondamente connesse, non sono esattamente la stessa cosa.
La bontà è l’essenza stessa della natura di Dio. Dio non ha semplicemente bontà: Dio è buono. Dire “Dio è buono” è come dire “Dio è colui che è”. La bontà non è un attributo accessorio o temporaneo, ma il cuore stesso del Suo essere.
Ma allora, che cos’è la benignità?
La benignità è, potremmo dire, l’espressione visibile della bontà di Dio. Sono gli atti concreti, tangibili, che scaturiscono dal Suo cuore buono.
È come il profumo che emana dalla Sua pelle, la bellezza che sgorga dalle Sue mani.
La benignità è la manifestazione esterna di una bontà profonda, genuina, radicata nella natura divina.
Quando diciamo: “Dio è buono e la sua benignità dura in eterno”, stiamo proclamando due verità fondamentali:
1. La bontà è la Sua natura immutabile;
2. La benignità è la Sua espressione continua d’amore e misericordia verso di noi.
Un esempio dalla Scrittura.
Nel libro di 2 Cronache 20:22 troviamo un episodio straordinario.
Il popolo d’Israele, circondato da nemici numerosi e più potenti, riceve da Dio un’istruzione chiara: non temere. Invece di prepararsi alla battaglia con le armi, scelgono di proclamare e cantare: “Celebrate il Signore, perché la sua bontà dura in eterno!” (Salmi 136:3 IRB20)
Mentre lo facevano, Dio intervenne: scese nell’accampamento nemico, provocando confusione tra le truppe avversarie, che finirono per distruggersi a vicenda. Israele non solo uscì incolume, ma raccolse anche un grande bottino.
Il significato per noi oggi.
Nel nostro cammino spirituale, ci troviamo spesso davanti a “nemici” — sfide, paure, problemi — che appaiono più grandi di noi. Ma come Israele, anche noi possiamo scegliere di proclamare: “Dio è buono, e la sua benignità dura in eterno.”
Questa proclamazione non è solo un atto di fede:
• attira la presenza di Dio nelle nostre situazioni
• rafforza il nostro cuore
• ci ricorda chi è Dio, anche quando tutto intorno sembra buio.
Cosa significa proclamare la bontà e la benignità di Dio?
Lodare Dio in questo modo attira la Sua presenza?
In un certo senso, sì.
Quando celebriamo una persona, le sue qualità diventano visibili, risplendono.
Allo stesso modo, quando esaltiamo la bontà e la benignità di Dio, non solo lo adoriamo ma portiamo nello scenario della vita la Sua natura, la Sua presenza diventa tangibile.
Quando diciamo “Dio è buono”, non stiamo semplicemente enunciando una verità; stiamo risvegliando la memoria— in noi stessi, nella Chiesa, nel mondo — della vera natura di Dio.
Una chiamata alla proclamazione.
Perciò, continuiamo a proclamare: “Dio è buono, e la sua benignità dura in eterno”.
Anche se il mondo spesso ignora questa realtà, la Chiesa — il Suo popolo — ha il compito e il privilegio di renderla visibile.
Proclamiamo la Sua bontà, affinché la Sua benignità si manifesti in mezzo a noi.
Che questa proclamazione non si fermi, ma continui di cuore in cuore, di voce in voce, di fede in fede.
Perché Dio non ha solo bontà, Dio è buono, e la sua benignità non finirà mai.
Riguardo questo Piano

La bontà di Dio non è un suo attributo ma è la Sua natura. Questo viaggio attraverso le scritture ci rivela il piano eterno d'amore e redenzione verso l'umanità e il mondo che Dio ha tanto amato, per sviluppare in noi l'essenza del Suo carattere. Un invito personale a rifugiarsi nel Suo abbraccio pieno di bontà.
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Vorremmo ringraziare Chiara Monti Scannapieco per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.instagram.com/chiaramontiscannapieco









