EquipHer Vol. 30: "Le Debolezze Sono Terreno Fertile per la Crescita"Campione

Giorno 2 – La Chiave Per la Collaborazione

“La consapevolezza delle proprie debolezze è il terreno fertile in cui la collaborazione può mettere radici.” - Wendy Perez

Ci sono momenti in cui vedere qualcun altro eccellere proprio dove noi fatichiamo ad ottenere un buon risultato può generare insicurezza. Tuttavia, la svolta avviene nel momento in cui iniziamo a vedere il nostro prossimo non come un competitor, ma come portatore di risposte. È un cambiamento radicale che nasce esclusivamente dalla consapevolezza di sé.

Essere consapevoli delle proprie debolezze, infatti, non è un segno di fallimento o di sconfitta, ma il punto di partenza per instaurare sane e utili collaborazioni. Quando riconosciamo con onestà ciò che sappiamo fare — e ciò che invece esula dalle nostre capacità — iniziamo a vedere negli altri una risorsa.

Nei contesti professionali, questa verità diventa ancora più evidente. Quando guidi un team, sviluppi un progetto o dirigi un’azienda, la tentazione di fare tutto da sola può diventare una trappola. Tuttavia, al contrario, qualsiasi business prospera quando ognuno usa e condivide ciò che ha, mettendolo a disposizione del bene comune, per il raggiungimento degli obiettivi comuni. È nella diversità dei ruoli, delle competenze e delle prospettive che un’impresa si rafforza, si espande, si rinnova.

Riconoscere ciò che non sai fare non ti rende meno capace: ti rende umile, intelligente e, soprattutto, disponibile a far spazio a chi Dio ha preparato per affiancarti.

La Parola ci mostra un’immagine potente del Corpo di Cristo: “Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d’insegnamento, all’insegnare” (Romani 12:6–7, NR06).

Dio ci ha affidato doni specifici, ma non ha dato a tutti tutti i doni.
La tua completezza si manifesta quando smetti di cercare di essere idonea per ogni ruolo e, invece, inizi a camminare con chi possiede ciò che a te manca.
Collaborare non significa “dipendere” ma funzionare: è la scelta saggia di coloro che hanno compreso che il successo, nell’ottica del Regno di Dio, non si costruisce in solitaria.

È possibile che ciò che oggi ti affatica non sia solo qualcosa da “superare”, bensì da affidare. Forse Dio sta solo aspettando che tu ti arrenda alla possibilità che qualcun altro, insieme a te, sia parte della soluzione.

Quale area della tua vita potrebbe fiorire se lasciassi spazio all’aiuto di qualcuno?

Avere consapevolezza delle proprie debolezze è una forma di forza interiore: ti libera dalla trappola del perfezionismo e ti apre alla collaborazione.
E collaborare è una vera e propria leva di crescita: quando smetti di voler fare tutto da sola e coinvolgi altri con competenze complementari alle tue, moltiplichi l’impatto.

Preghiera: Signore, grazie perché non devo fare tutto da sola. Aiutami a riconoscere i miei limiti non come debolezze da nascondere, ma come porte aperte alla collaborazione e alla comunione. Dammi la saggezza per capire chi hai posto accanto a me come risposta, e l’umiltà per accogliere l’aiuto di altre persone. Amen.