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Amicizie Eterne

GIORNO 6 DI 6

Gli amici di Gesù

Quando per Gesù arrivò il tempo di entrare nella Sua chiamata, si circondò di persone, in particolare i Suoi dodici. Non erano solo discepoli e aiutanti, erano anche i Suoi amici.
Con loro ha condiviso tutto e non solo, con l’unico obiettivo di lasciare un deposito in loro, che sarebbe diventato la base per la loro formazione ministeriale.

Io credo che, proprio come nel principio Dio passeggiasse nel giardino per godere la compagnia delle Sue creature, allo stesso modo Gesù, sulla Terra, abbia avuto il profondo desiderio di stare e di condividere; queste due cose sono alla base di ogni sana relazione: esserci e dare.

Li scelse uno a uno, probabilmente cercava delle caratteristiche in ognuno di loro, ben sapendo che sarebbero dovuti stare insieme e crescere nella loro relazione. I Suoi non andarono sempre d’amore e d’accordo, ma Gesù non perse mai l’opportunità di mostrare loro una via più alta ogni volta che entravano in qualche conflitto.

Anche noi, davanti ai conflitti, dovremmo sempre cercare la via più alta. Gesù amava e ama questi dodici tanto quanto ama noi, Egli ha steso la Sua mano amica a loro tanto quanto a noi. Il grande rispetto con cui Gesù ha trattato e tratta le relazioni, è rivelato chiaramente nella Sua preghiera sacerdotale nel Vangelo di Giovanni; cito solo un versetto nel quale Egli dice, rivolgendosi al Padre: "Tu mi hai dato questi uomini dal mondo, erano Tuoi e Tu me li hai dati”.
Significa che queste amicizie e relazioni erano stabilite nei cieli (Tu me li hai dati), questo ci parla di eternità.

Tutto il capitolo 17 di Giovanni, oltre a essere una preghiera, è un inno che risuona nel cuore di chi ha scelto la via della lealtà. Gesù stesso disse: “Io non vi chiamo più servi ma amici, perché il servo non sa ciò che fa il suo signore, ma vi ho chiamato amici perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio” (ricordiamo Abrahamo e Mosè).

Oltre a questo gruppo di amici, i Suoi dodici, Gesù ha avuto altre amicizie. Potremmo parlare di Lazzaro e le sue sorelle, che erano Suoi amici, prediligeva fermarsi da loro per ricevere il loro affetto e le loro cure.
Ad un certo punto Lazzaro morì e quando Gesù si mise in cammino per andare a resuscitarlo, rivolgendosi ai Suoi disse: “Il nostro amico Lazzaro dorme, ma io vado a svegliarlo”.
Con chi stava parlando? Con il Padre e lo Spirito Santo? Con i dodici? Probabilmente con entrambi. Disse proprio così “il nostro amico Lazzaro”, non “il mio amico”; Egli ama portarci con Lui nelle Sue amicizie, non ne è geloso, ma condivide la Sua passione e il Suo amore verso chi Lui ama.

Questo fa pensare ad altri episodi, ad esempio quando davanti alle folle affamate coinvolse i Suoi nel provvedere il cibo, perché per Gesù tutte quelle persone erano dei potenziali “amici”.
I discepoli quel giorno non impararono solo che Dio provvede, ma anche che Egli ha compassione; li ha presi e li ha portati con Sé nel Suo cuore leale e fedele alle folle, quelle per cui a breve avrebbe donato la vita, perché nessuno ha amore più grande di quello di dare la vita per i propri amici.

Egli ha avuto e continua ad avere rispetto e onore verso le amicizie. Anche ora su nei cieli c’è un posto d’onore per coloro che sono stati al Suo fianco qui sulla Terra, per quelli che non solo hanno ricevuto da Lui, ma hanno anche dato. Nel bene e nel male, con le loro fragilità, insicurezze e molte altre cose, eccoli onorati e ricordati per l’eternità. “Il muro della città aveva dodici fondamenti e su quello erano posti i dodici nomi dei dodici Apostoli dell’Agnello”. Dio non dimentica il bene che è stato fatto a Suo figlio, Egli ha tenuto conto delle cose buone e li ha voluti onorare e ricordare per l’eternità.

Anche noi siamo ricordati alla Sua presenza, perché ogni giorno Gesù intercede per noi presso Dio e i nostri nomi sono conosciuti nella stanza del trono. Non abbiamo forse targhe con i nostri nomi incisi sulle vie della città eterna, ma per certo siamo e saremo sempre alla Sua presenza, noi, i Suoi amici del cuore.

Riguardo questo Piano

Amicizie Eterne

Noi umani siamo esseri bisognosi di relazioni, e questa è l’essenza della nostra somiglianza con Dio. C’è un desiderio divino che passa attraverso tutte le Scritture, che è quello di poter essere collegato al nostro cuore. Siamo bisognosi d’amore, di calore, di parole di incoraggiamento e riconoscimento. C’è un modo per tornare in quel primo giardino e avere una relazione di amicizia profonda e indissolubile con l’Amico?

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Vorremmo ringraziare Chiara Monti Scannapieco per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: gesuvive.it