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Amicizie Eterne

GIORNO 4 DI 6

Gli amici degli Atti

C’è un episodio nel libro degli Atti in cui gli Apostoli Pietro e Giovanni vennero arrestati dopo aver guarito l’uomo zoppo alla porta del tempio. Furono in seguito rilasciati, dopo essere stati interrogati e minacciati severamente di non parlare più di Gesù.

La prima cosa che fecero, usciti di prigione, fu tornare dai "loro" e con essi, alzarono all’unanimità la voce.
Chi erano i "loro”? Ovviamente la storia è narrata in terza persona, ma se fossero stati essi stessi a parlare avrebbero detto “i nostri”.
La parola “nostro” indica ciò che ci appartiene per diritto: casa nostra, nostra moglie o marito, i nostri figli. Chi sono “i nostri”? Dio ci ha dato una grande famiglia (il Corpo di Cristo, la Sua chiesa) all’interno della quale è necessario avere un nucleo di persone che siano “nostre” e che, a loro volta, possano sentirci loro.
Abbiamo bisogno di avere un gruppo di appartenenza al quale fare riferimento, non a caso Dio divise il Suo popolo in tribù e in famiglie. Per identificare un individuo, spesso nelle Scritture viene fatto riferimento al nome della tribù e della famiglia da cui proviene.

Oltre i legami familiari, ci sono delle connessioni spirituali che si stabiliscono con alcune persone, e sono intrecci di vite e di chiamate che si cercano e si trovano. Dà sicurezza sapere di avere un gruppo al quale tornare, è come tornare a casa.
Gesù scelse i dodici e con loro formò una squadra, li tenne con sé giorno e notte, in cammino, nelle case, sulle barche, alle feste, ed erano insieme. Tra un successo e l’altro, tra antagonismi e litigi, comunque erano tra loro. Sono stati formati e cresciuti nello stesso nido. Quando vennero inviati da Gesù, furono divisi due a due, e quando tornavano dalla missione Egli era lì ad aspettarli per ascoltarli e ammaestrarli.

Ognuno di noi ha bisogno di qualcuno con cui condividere e vivere il proprio processo di crescita, sia con persone alla pari, che con figure di riferimento. Dobbiamo poter tornare “dai nostri”.

Pietro e Giovanni salivano al tempio insieme nell’ora della preghiera, furono insieme testimoni del miracolo avvenuto all’uomo zoppo, furono arrestati e liberati insieme, e insieme fecero una bellissima dichiarazione di fede quando dissero, rispondendo alle autorità religiose: “Giudicate voi se è giusto davanti a Dio ubbidire a voi o a Dio, perché noi non possiamo non parlare delle cose viste e udite”.
Quando furono rilasciati, insieme tornarono dai "loro" e insieme riferirono tutte le cose. Passarono attraverso l’esaltante miracolo, l’arresto e le minacce, un’escalation di emozioni e stati d’animo e prova della loro fede.
È bello riflettere sul fatto che Pietro e Giovanni salivano al tempio per pregare insieme, una relazione eterna e, pur essendo profondamente diversi, erano uniti da un legame nato all’inizio della loro chiamata quando, insieme, seguirono Gesù come discepoli. Anche dopo la morte e la resurrezione di Cristo, li ritroviamo insieme. È probabile che nel tempo le loro strade si siano divise, ma il loro legame spirituale è e rimarrà in eterno, perché è nato nella chiamata divina e vissuto alla presenza di Dio, nel luogo della preghiera.

Riguardo questo Piano

Amicizie Eterne

Noi umani siamo esseri bisognosi di relazioni, e questa è l’essenza della nostra somiglianza con Dio. C’è un desiderio divino che passa attraverso tutte le Scritture, che è quello di poter essere collegato al nostro cuore. Siamo bisognosi d’amore, di calore, di parole di incoraggiamento e riconoscimento. C’è un modo per tornare in quel primo giardino e avere una relazione di amicizia profonda e indissolubile con l’Amico?

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Vorremmo ringraziare Chiara Monti Scannapieco per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: gesuvive.it