La Follia Di Amare Gli InamabiliCampione

Quando la Sua Grazia ci irrita
Dopo che Dio decide di non distruggere Ninive, Giona si arrabbia moltissimo. Ciò che Dio desiderava, la conversione dalla malvagità, si è puntualmente avverato, eppure Giona si arrabbia, va in collera: "Giona ne provò grande dispiacere e ne fu sdegnato". Giona si sente smentito, tradito, deriso. Nella sua mente, senza punizione non c’è giustizia. Lo dice anche a Dio, citando la Scrittura: "Lo sapevo! Sapevo che Sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia, per questo non volevo venire qui…". Giona in questo verso infatti cita con sdegno Esodo 34:6.
Nella sua ottica, Ninive va punita per il male che ha commesso; si sarà pure convertita, ma la pena le deve essere assegnata, perché senza castigo e punizione non ci può essere neppure giustizia. Per Giona, la giustizia è matematica: se hai fatto il male, paghi. Quanti cristiani affermano: "Sì, Dio è certamente misericordioso, ma è anche giusto", come se queste due cose fossero in competizione, e dunque pensano alla giustizia di Dio in maniera umana, ma la giustizia di Dio non è come la nostra. Non è vendetta. È una giustizia che salva, che educa, che attende il pentimento.
Giona allora preferirebbe morire. Perché se Dio ama anche chi lui disprezza, non vuole più vivere in un mondo così. Se è cosi che Dio favorisce i malvagi e non sa ricompensare i giusti e punire gli ingiusti, allora è meglio morire che vivere. E Dio, con dolce fermezza, gli pone la domanda che attraversa tutto il libro: "Ti sembra giusto essere così sdegnato?"
È la stessa domanda che ci arriva quando ci sentiamo in credito con Dio. Quando, come gli operai della prima ora, pensiamo di meritare di più solo perché siamo arrivati prima. Ma il cuore di Dio non si misura in ore lavorate, né in peccati commessi o evitati. La Sua giustizia non è distribuzione di premi, ma possibilità di rinascita per tutti.
Il miracolo non è solo che Ninive si converte. È che Dio spera ancora che anche Giona si lasci trasformare.
La verità è che, spesso, ci irrita più la Grazia per gli altri che la condanna per noi stessi. Preferiremmo un Dio prevedibile, misurabile, matematico. Invece ci troviamo davanti un Dio che sorprende, disarma, perdona troppo.
Domanda di riflessione
E tu? Riesci ad accettare che Dio ami anche chi ti ha ferito?
Oppure, in fondo in fondo, sei arrabbiato perché la Grazia è arrivata… anche a loro?
Preghiera del giorno
Dio scandaloso, distruggi in me la vendetta travestita da giustizia. Insegnami a non odiare il Tuo perdono. E se non riesco a gioire per chi torna, fammi almeno non giudicare chi lo accoglie.
Signore, a volte il Tuo amore per i miei nemici è fastidioso. Lo confesso. Perché il mio cuore è ancora pieno di ferite, rancore, giustizia che odora di vendetta.
Aiutami a vedere con i Tuoi occhi. A desiderare la salvezza anche di chi mi ha ferito.
Fammi crescere, non solo nella verità, ma anche nella compassione.
E insegnami a gioire quando Tu salvi, non solo quando Tu correggi.
Se vuoi ascoltare il libro di Giona letto da Sefora Motta e vedere il video-commentario, continua il piano: troverai i due link alla fine dell’ultimo giorno.
Riguardo questo Piano

Ti sei mai arrabbiato con Dio perché ha avuto troppa misericordia per i tuoi nemici? Ti sei mai adirato con Lui perché non ha fatto giustizia, quella che invece meriterebbero? Perché, in fondo loro hanno sbagliato e non è giusto che la passino liscia! Questo non è un piano comodo, è un viaggio con Giona, il profeta che non sopportava l’amore di Dio. Un cammino scomodo per chi è stato ferito, per chi lotta con il perdono, per chi non riesce a dimenticare… ma non vuole più restare prigioniero e tornare ad essere libero!
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Vorremmo ringraziare Sefora Motta per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.hpscharity.com