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L’Autorità del CredenteCampione

L’Autorità del Credente

GIORNO 2 DI 7

Giorno 2 — L’ubbidienza: la chiave che preserva l’autorità spirituale

L’autorità che Cristo ci ha restituito si mantiene e cresce attraverso l’ubbidienza.
Paolo lo spiega con straordinaria chiarezza nella lettera ai Romani: «Non sapete voi che, se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte, o dell’ubbidienza che conduce alla giustizia?» (Romani 6:16, NR06)

Questa è una legge fondamentale: a chi ubbidiamo, ci sottomettiamo. Ogni scelta che compiamo, ogni parola che pronunciamo, ci colloca sotto una certa influenza spirituale.

Ogni volta che ubbidiamo a Dio, ci allineiamo alla Sua giustizia e riceviamo i frutti della benedizione; quando invece ubbidiamo al peccato, apriamo la porta al nemico. La conseguenza è perdita di pace, di forza spirituale, di stabilità in determinate aree della vita.
L’ubbidienza è la chiave che mantiene la nostra autorità spirituale attiva.

Ma attenzione: ubbidire non significa essere perfetti. L’ubbidienza è un’attitudine del cuore. Quando un credente desidera sinceramente piacere a Dio, anche se non è ancora cambiato in tutto, è già sulla via dell’ubbidienza.

È quel desiderio di cambiare che permette alla grazia di Dio di coprire le nostre cadute. La giustizia di Dio opera potentemente quando, riconoscendo le nostre debolezze, chiediamo a Lui di intervenire e di fortificarci.
Dio non ci ha mai chiesto di essere impeccabili; ma la Sua grazia ci trasforma perché Lo amiamo abbastanza da volerLo seguire.

Chi cammina con quest’attitudine, costruisce quelle che voglio definire le “tre colonne dell’autorità spirituale”:

  • la comunione con Dio, cioè la preghiera e la meditazione della Sua Parola;
  • la consapevolezza del Suo amore, che dissolve i sensi di colpa;
  • il desiderio di cambiare, che mantiene il nostro cuore “malleabile” nelle mani del Padre.
    Su queste fondamenta, l’autorità del credente si radica e diventa stabile.

Eppure, anche tra coloro che amano Dio, esistono trappole sottili che il nemico usa per minare la loro posizione spirituale.
Uno degli esempi più comuni ci viene presentato da Giacomo, il quale ci avverte: «perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio» (Giacomo 1:20, NR06).

In questo caso “ira” significa amarezza, risentimento, mormorio. Quando tratteniamo rancore o parliamo male di qualcuno, quando seminiamo zizzania o invidia, stiamo cedendo pezzi della nostra autorità. Il perdono, infatti, non è solo un atto di bontà: è una strategia di protezione spirituale.
Finché perdoniamo, il nemico non può toccarci; ma se restiamo amareggiati, apriamo brecce. Allo stesso modo, l’invidia e la gelosia sono porte aperte. «Dove c’è invidia e contesa, lì c’è disordine e ogni cattiva azione» (Giacomo 3:16, NR06). L’invidia ci fa dimenticare chi siamo e ci priva della capacità di rappresentare Dio. L’antidoto è imparare a rallegrarci per il successo degli altri, sapendo che la prosperità di un fratello non ruba nulla alla nostra: anzi, annuncia ciò che Dio può fare anche per noi.

Tutto questo è parte di una battaglia che si combatte nella mente. I pensieri negativi arrivano, ma non devono governarci. Paolo ce lo spiega così: «e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo» (2 Corinzi 10:5, NR06). Significa che ogni nostro pensiero deve essere sottomesso alla Verità della Parola.

La mente del credente è come una frontiera: se lasciamo passare pensieri di paura o di menzogna, stiamo concedendo al nemico il diritto di influenzarci; ma se li affrontiamo con la Parola, la frontiera resta sigillata.

Per questo la vita del credente diventa un esercizio quotidiano di accordo con la Sua Parola. Ogni giorno abbiamo due possibilità: accordarci con la verità della Parola di Dio o con le menzogne del nemico. Le nostre parole, le nostre reazioni, perfino i nostri silenzi rivelano chi stiamo autorizzando a operare nella nostra vita.
Quando scegliamo di restare in accordo con la Verità di Dio, creiamo attorno a noi come un “muro” che il nemico non può attraversare.

Camminare nell’autorità del credente significa anche questo: decidere ogni giorno di credere e dichiarare la Parola di Dio sopra ogni circostanza. Lì, in quella posizione di ubbidienza, la nostra vita si riallinea alla vita abbondante di Cristo.
Lì, il nemico perde ogni diritto di accesso.

Riguardo questo Piano

L’Autorità del Credente

Questo piano ti guiderà a riscoprire l’autorità spirituale che ogni credente ha ricevuto in Cristo. Dalla Creazione alla Croce, scoprirai come Dio l’ha affidata originariamente all’uomo, come il peccato l’ha compromessa e come Gesù l’ha pienamente restaurata. Il suo scopo è dare consapevolezza di cosa ogni credente è chiamato a fare: vivere come ambasciatore del Regno di Dio sulla terra.

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Vorremmo ringraziare Davide Galassi per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.instagram.com/mcl_church?igsh=MTJyNDh0NXQzdHc1bg==