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GIORNO 5 – Come ti chiami?

Arriva il momento in cui tutto cambia, perché Giacobbe cambia.
Leggiamolo insieme:

Genesi 32:27-28 (NR06)
L'altro gli disse: «Qual è il tuo nome?»
Ed egli rispose: «Giacobbe».
Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto».

Nella cultura ebraica, i nomi rivestono un’importanza fondamentale, andando oltre la semplice identificazione.
Sono considerati un riflesso dell’essenza della persona, della sua identità, del suo destino e della sua connessione con la tradizione e con Dio stesso.

Il nome Giacobbe (יַעֲקֹב, Yaʿăqōv) aveva un significato che rifletteva l’intera vita di quest’uomo: “soppiantatore”.

Il termine "soppiantatore" significa colui che prende il posto di un altro, spesso in modo sleale o inaspettato, sostituendolo in una posizione, carica o situazione. Può riferirsi all’azione di rimpiazzare qualcuno con l’inganno o con mezzi non del tutto leciti.

Ma quell’incontro con Dio,
quella lotta con Dio,
quel tocco di Dio,
cambia tutto.

Giacobbe non era più Giacobbe, ma ora era Israele.
Fino a quel giorno, la sua vita aveva portato il riflesso del suo nome.
Ma ora il suo nome era cambiato, e di conseguenza, la sua vita doveva adattarsi a quella nuova identità.

Come ti chiami?
Questa è una domanda che mi sono posto spesso,
perché va oltre al nome con il quale veniamo chiamati,
ma ha a che fare con la nostra identità, con la nostra storia,
con chi siamo davvero e come veniamo riconosciuti.

Giacobbe non sarà più ricordato come l’imbroglione,
colui che ruba, che sottrae ciò che non è suo, il traditore.
Ma verrà ricordato come uno dei patriarchi della storia del popolo d’Israele.

La tua storia può essere ancora scritta,
questa volta con un nome diverso, che viene da Dio.