Siamo Persone Della BibbiaCampione

SIAMO PERSONE DELLA BIBBIA: ANTONIO
Staff di Porte Aperte in Italia

1 Corinzi 12:12-31 è un passo della Bibbia molto conosciuto, ma che rischia spesso di rimanere teoria nella nostra vita. In un mondo sempre più votato all’egoismo e all’affermazione del singolo, la tentazione di pensare di poter fare tutto da soli e di non aver bisogno di nessuno è forte.

Anche nella relazione con Dio a volte rischiamo di pensare che l’unica cosa che conta è il nostro rapporto personale con Lui. Invece, anche se la relazione personale con Dio è fondamentale, l’opera del Signore Gesù ci ha inserito in una realtà molto più grande e complessa: quella del Suo corpo, la Chiesa.

Mi rendo conto che è difficile vivere ciò che è descritto nel brano.

Nella nostra vita di fede, generalmente, camminiamo con alcuni compagni di viaggio a cui siamo molto legati e che possiamo considerare molto vicini, forse parte di uno stesso corpo con noi. Già nella chiesa locale facciamo più fatica a vivere questa realtà con tutti quelli che la frequentano. Ancora più difficile risulta sperimentarla con cristiani di altre chiese locali, città, regioni, nazioni e lingue, che spesso neanche conosciamo.

Per me è stato a lungo così. Ma questo passo della Parola di Dio mi ha parlato a più riprese nella vita. E’ stato una specie di leitmotiv che mi accompagnava e l’ho realizzato solo quando sono entrato in contatto costante e frequente con i fratelli e le sorelle che sperimentano la persecuzione a causa della fede.

Le parole della Bibbia che mi sembravano solo un esempio teorico sono diventate realtà e oggi ho realizzato che realmente faccio parte di un corpo: sparso, frammentato a volte, ma multiforme e meraviglioso.

Non posso fare a meno di tutti i fratelli e di tutte le sorelle, in particolare di chi sta vivendo sulla sua pelle il prezzo di una fede simile alla mia. Non dico uguale. Perché ho ancora molto da imparare da loro. Vedendo la loro vita desidero sempre più crescere spiritualmente e avere una fede sincera e radicale.

Mi rendo conto che l’amore che nutro per i perseguitati mi aiuta anche a guardare con occhi diversi i cristiani che vivono nella libertà, vicini e lontani.

La Parola è quindi diventata realtà vissuta e ringrazio Dio per il Suo corpo, così diverso nelle parti che lo compongono, ma in cui ogni discepolo di Gesù Cristo trova spazio e significato.

Prova intenzionalmente a pensare, le prossime volte che entrerai in una chiesa e incontrerai altri cristiani, al fatto che hai bisogno di loro, che non ne puoi fare a meno e che loro non possono fare a meno di te.