Vincere Lo Spirito Di IntimidazioneCampione

L’audacia che rianima il dono

Versetto chiave: “Ravviva il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani.” 2 Timoteo 1:6 (NR06)

Dio ha messo in ciascuno di noi doni e talenti unici, non per tenerli nascosti, ma per usarli a beneficio della Chiesa e per l’avanzamento del Suo regno. Tuttavia, spesso questi doni si affievoliscono. Non perché Dio li ritiri, ma perché lo spirito di intimidazione e il timore del fallimento ci spingono a metterli da parte. In questo modo, ciò che Dio ha seminato in noi resta inattivo, come un fuoco che si spegne lentamente.

Paolo scrive a Timoteo, un giovane leader forse scoraggiato dalle sfide del ministero, invitandolo a “ravvivare il dono di Dio”. Il verbo usato ha l’idea di riaccendere un fuoco che si sta spegnendo. Questo ci insegna che il dono, se trascurato, perde vivacità, ma può essere riattivato.

Lo spirito di intimidazione lavora in modo sistematico: prima mette in dubbio le nostre capacità, poi amplifica i nostri fallimenti passati, e infine ci convince che sia più sicuro non rischiare. Così, ci spinge a vivere in una zona di comfort dove non affrontiamo sfide, ma nemmeno vediamo miracoli.

La Bibbia ci mostra che prima di affrontare Goliath, Davide dovette affrontare un’altra battaglia: la voce di Saul. “Tu non puoi” 1 Samuele 17:33 (NR06) è la stessa frase che il nemico continua a ripetere oggi ai credenti. Ma Davide non si basò sulle proprie forze; ricordò la fedeltà di Dio nelle vittorie passate contro il leone e l’orso, e questo gli diede il coraggio di avanzare.

L’audacia, infatti, non nasce dall’arroganza, ma dalla memoria delle opere di Dio e dalla certezza che Egli è con noi. Paolo ci ricorda che lo Spirito Santo ci dà forza (per perseverare sotto pressione), amore (per agire con il cuore di Cristo) e disciplina (per rimanere focalizzati anche quando non vediamo risultati immediati).

Ogni volta che ravviviamo il dono di Dio in noi, stiamo dicendo al nemico che non saremo spettatori passivi. Stiamo scegliendo di essere strumenti attivi nelle mani di Dio, anche se questo comporta rischi o critiche.

Prendiamoci del tempo per chiedere allo Spirito Santo di mostrarci quale dono o talento abbiamo smesso di usare a causa della paura, del giudizio altrui o della pigrizia spirituale. Impegniamoci, già questa settimana, a fare almeno un passo concreto per riattivarlo: servire in un ministero, condividere una parola di incoraggiamento, testimoniare la nostra fede a qualcuno. Non aspettiamo di sentirci “pronti”: spesso l’audacia si accende proprio quando iniziamo a muoverci per fede.

Quale passo di audacia possiamo fare oggi, come comunità e come individui, per ravvivare il dono che Dio ha messo in noi e permettere alla Sua potenza di operare attraverso di noi?