MEDITAZIONI SUL VANGELO DI LUCA PER LA FAMIGLIACampione

MEDITAZIONE 20 "Due discepoli sulla strada": Vedere e credere sono due verbi che troviamo insieme in tutti i racconti della Resurrezione del Signore. Dobbiamo ammettere che l’antico detto «Vedere è credere» non pare sempre avverarsi come ci potremmo aspettare. Il testo del Vangelo di Luca che leggiamo nella nostra meditazione è un esempio del modo assolutamente particolare in cui vista e udito possono rapportarsi fra loro. La storia è semplice. Durante una conversazione nella quale parlano della delusione per gli eventi di cui sono stati testimoni a Gerusalemme, Gesù si unisce a due discepoli. I loro occhi non lo riconoscono, e neppure le loro orecchie comprendono la spiegazione data da Gesù per rivelare il vero significato nascosto della sua morte in croce. In seguito, ricorderanno come ardeva loro il cuore in quei momenti. Ma lungo la strada, neppure le parole di Gesù riescono a far comprendere, e a far vedere loro, la realtà nella luce della fede. Soltanto quando saranno seduti a tavola e Gesù «prende il pane e recita la benedizione», riusciranno a mettere insieme i pezzi sparsi del discorso di Gesù e «si aprono loro gli occhi» (24, 31). Solo allora comprenderanno il significato degli eventi e, infine, riconosceranno il Signore risorto accanto a loro. Le parole che usa Luca per descrivere le azioni di Gesù, prese, pane, benedizione, spezzò, diede (24, 30), sono le stesse che troviamo nella moltiplicazione dei pani e dei pesci (9, 16) e durante l’Ultima Cena (2, 19). I due discepoli hanno riconosciuto Gesù perché erano presenti in una di quelle due occasioni? Luca si riferisce volutamente ai segni usati nelle celebrazioni eucaristiche del suo tempo? Impossibile saperlo. Infatti, come nei due episodi precedenti (si vedano 9, 11 e 22, 21-38), le parole e le azioni di Gesù sono una cosa sola: parole e segni per renderlo presente fra i discepoli, allora come oggi. Tommaso voleva vedere; noi vogliamo vedere, abbiamo bisogno di vedere. Eppure le parole di Gesù (pronunciate da lui in persona, oppure trasmesse a noi dai testimoni) non saranno mai sufficienti a scoprirlo. Soltanto le parole vive che trasformano la nostra comune realtà nel pane della Comunione possono fare apparire Gesù davanti ai nostri occhi. La storia termina dove era cominciata: a Gerusalemme. I discepoli avevano lasciato la città nel dolore, adesso tornano con un messaggio di gioia.