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Oltre Le Distrazioni: Il Potere Delle AbitudiniCampione

Oltre Le Distrazioni: Il Potere Delle Abitudini

GIORNO 3 DI 4

C'è una scena in Genesi che mi ha sempre colpito. Dopo aver mangiato il frutto proibito, Adamo ed Eva si nascondono. Quando Dio arriva nel giardino, chiede: "Dove sei?" (Genesi 3:9). Ovviamente sapeva dove si trovasse Adamo fisicamente. Ma quella domanda andava più in profondità.

Dio non stava cercando una posizione geografica. Stava cercando di dimostrare la sua presenza.

Ti è mai capitato di essere con qualcuno che continua a guardare il telefono a cena? Fisicamente è lì, ma non è davvero presente. E tu lo senti. Senti quella distanza invisibile ma reale.

La verità è questa: essere presenti parzialmente equivale a non essere presenti.

Oggi esploreremo due abitudini che nel libro "The Common Rule" vengono presentate separatamente: mettere via il telefono per un'ora al giorno e condividere un pasto con qualcuno ogni giorno. Ma credo che queste due pratiche possano essere unite. Perché la tavola è il luogo perfetto dove esercitare la presenza piena.

E questa non è un'idea nuova. È profondamente biblica.

Quando Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo, ha scelto di essere presente fisicamente in mezzo agli uomini. Questa è la promessa fin dall'inizio e questa è la promessa dell'angelo quando incontra Giuseppe: «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto il nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». "Con noi". Presente.

E dove ha vissuto questa presenza nel modo più profondo e trasformativo? Spesso attorno a una tavola. Gesù mangiava con tutti: con i peccatori che i religiosi evitavano, con i farisei che lo criticavano, con i Suoi discepoli nelle case, con chi lo ospitava. La tavola non era un dettaglio secondario del Suo ministero, era centrale. Era il Suo luogo di incontro, di insegnamento, di trasformazione, di rivelazione.

Non è un caso che una delle ultime cose che Gesù ha fatto prima di morire sia stata condividere un pasto con i Suoi amici. E non è un caso che dopo la resurrezione si sia rivelato spezzando il pane. Per Gesù, mangiare insieme aveva un significato profondo.

Dopo la Pentecoste, cosa faceva la prima chiesa? "Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere." (Atti 2:42). Quattro pratiche fondamentali, e una di queste era mangiare insieme.

Non stavano solo nutrendo i loro corpi. Stavano costruendo una comunità. Stavano creando uno spazio dove Dio era presente, dove le maschere cadevano, dove la vita vera poteva emergere. Il pasto condiviso era il collante della chiesa primitiva.

E questo aveva un doppio effetto. Verso l'interno, rafforzava i legami tra credenti. Verso l'esterno, testimoniava un modo diverso di vivere. Le persone guardavano questa comunità che mangiava insieme, ricchi e poveri, ebrei e gentili, uomini e donne, e vedevano qualcosa di radicalmente nuovo. Probabilmente gli osservatori esterni dicevano "Guardate come si amano" (Leggi Giovanni 13:34-35).

La tavola era sia comunione che evangelizzazione.

Per la nostra cultura italiana, mangiare insieme non è qualcosa di assurdo. È parte del nostro DNA. Eppure, anche noi stiamo perdendo questa pratica. Quanti pasti consumi davvero con qualcuno, senza telefono, senza TV in sottofondo, senza distrazioni? Quanti pasti sono davvero momenti di presenza?

L'abitudine che vogliamo creare questa settimana è duplice ma integrata: un pasto al giorno con qualcuno, senza telefono per tutta la durata del pasto.

Sembra semplice, ma è rivoluzionario. Perché quando mangi con qualcuno senza distrazioni, accade qualcosa di profondo. Le conversazioni vanno oltre il superficiale. I silenzi diventano confortevoli. L'altro si sente davvero visto, ascoltato, amato.

Con i credenti: Quando condividi un pasto con altri cristiani, stai vivendo Atti 2:42. Non è solo amicizia, è comunione spirituale. A tavola puoi incoraggiare, pregare, condividere lotte e vittorie. Puoi essere vulnerabile. La chiesa primitiva non cresceva solo durante le riunioni formali, ma attorno ai tavoli delle case.

Pensa a quanto sarebbe diversa la tua comunità se ogni membro condividesse un pasto significativo al giorno con un altro credente. Le relazioni si approfondirebbero. La superficialità lascerebbe spazio all'autenticità. La chiesa diventerebbe davvero una famiglia.

Con i non credenti: Gesù era famoso per mangiare con "pubblicani e peccatori" (Matteo 9:11). I religiosi lo criticavano, ma Lui sapeva qualcosa che loro avevano dimenticato: la tavola abbatte i muri. Quando inviti qualcuno a mangiare, non stai solo offrendo cibo, stai dicendo: "Mi importa di te. Voglio conoscerti. Hai valore".

L'evangelizzazione più potente il più delle volte non avviene attraverso dibattiti teologici, ma attraverso relazioni autentiche. E le relazioni si costruiscono a tavola. Quando un non credente vede in te un amore genuino, quando si sente ascoltato senza giudizio, quando sperimenta la tua presenza totale, sta sperimentando un riflesso dell'amore di Cristo.

Ecco perché l'aspetto "senza telefono" non è secondario, è essenziale. Il multitasking non esiste. Il nostro cervello passa rapidamente da una cosa all'altra, e ogni volta perdiamo qualcosa. Ma il problema non è solo neurologico. È spirituale.

Non puoi amare veramente qualcuno a cui stai dando solo una frazione della tua attenzione. L'amore richiede presenza. "L'amore è paziente, è benevolo" (1 Corinzi 13:4), ma la pazienza e la benevolenza richiedono che tu sia davvero lì.

Dio non ci ama in modo distratto. Quando preghiamo, abbiamo tutta la Sua attenzione. Sempre. Se vogliamo amare come Lui ama, dobbiamo imparare a essere presenti.

Scegli un pasto al giorno, colazione, pranzo o cena. Rendilo speciale. Spegni il telefono o lascialo in un'altra stanza. Non nasconderlo in tasca dove puoi sentirlo vibrare.

Poi scegli con chi condividerlo. Alcuni giorni potrebbero essere con famiglia o coinquilini cristiani. Altri giorni con un amico non credente. Altri ancora con qualcuno che ha bisogno di incoraggiamento. Varia. Sii intenzionale.

E quando sei a tavola, sii davvero lì. Fai domande. Ascolta senza pensare già alla tua risposta. Guarda negli occhi. Ridi. Condividi. Prega (anche solo nel cuore) per la persona davanti a te. Lascia che quel momento diventi un piccolo frammento di eternità.

Scoprirai che un pasto condiviso nella presenza totale può cambiare una giornata. Può cambiare una relazione. Può aprire porte che pensavi chiuse. Può far sentire qualcuno amato per la prima volta da tanto tempo.

E in tutto questo, stai imitando Gesù. Stai vivendo come la prima chiesa. Stai resistendo a una cultura che ci vuole sempre connessi ma mai davvero presenti. Stai dicendo con la tua vita: "Tu meriti tutta la mia attenzione. Perché Dio mi ha dato tutta la Sua".

Domande per riflettere:

  • Quanti pasti questa settimana ho condiviso davvero, completamente presente, con qualcuno?
  • Chi è una persona credente con cui vorrei approfondire la comunione a tavola?
  • Chi è una persona non credente che potrei invitare a mangiare insieme questa settimana?
  • Cosa mi spaventa dell'idea di stare senza telefono durante un pasto? Cosa rivela questa paura?

Riguardo questo Piano

Oltre Le Distrazioni: Il Potere Delle Abitudini

Scorri, clicca, notifica, ripeti. Viviamo in un vortice di distrazioni dove Dio rischia di diventare invisibile. Non perché non ci sia, ma perché nulla nella nostra routine ci ricorda la Sua presenza. Questo piano di 4 giorni ti guida a costruire abitudini concrete: preghiera intenzionale, presenza piena a tavola e la Parola prima di altre mille parole. Non si tratta di aggiungere regole religiose, ma di orientare il tuo cuore verso Colui che non ha mai smesso di essere presente. Pronto a vivere oltre le distrazioni? Ispirato da "The Common Rule" di Justin Whitmel Earley.

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Vorremmo ringraziare Roberto Macaluso per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: www.instagram.com/robertomacalusopa