Un Risveglio Che CostaCampione

La gioia che sostiene

Dopo il pianto, ecco il sorriso di Dio. È sorprendente: mentre il popolo piange ascoltando la legge, i leader dicono loro: «Andate, mangiate cibi grassi e bevete bevande dolci, e mandate delle porzioni a quelli che non hanno preparato nulla per loro; perché questo giorno è consacrato al nostro Signore; non siate tristi; perché la gioia del SIGNORE è la vostra forza» Neemia 8:10 NR94. Questo è il cuore del Vangelo. Dio non ci corregge per lasciarci nella vergogna. Ci corregge per portarci alla gioia.

A volte rimaniamo intrappolati nel senso di colpa. Piangiamo, ci pentiamo, ma non ci permettiamo mai di rialzarci. È come se pensassimo che la nostra tristezza fosse un prezzo da pagare. Ma la gioia del Signore non è la ricompensa del nostro sforzo: è il dono della Sua grazia. Quando Dio ricostruisce, la nuova casa può sembrare più modesta della vecchia. Il popolo piangeva vedendo il secondo tempio perché non aveva lo splendore del primo. Eppure Dio promise: «"La gloria di questa casa sarà più grande di quella della casa precedente", dice il SIGNORE degli eserciti. "In questo luogo io darò la pace", dice il SIGNORE degli eserciti» (Aggeo 2:9 NR94). La gioia nasce da questa prospettiva: non dal guardare ciò che abbiamo perso, ma dal credere in ciò che Dio sta preparando.

La forza non sta nell’evitare il dolore, ma nel non fermarsi al dolore. Ogni volta che permettiamo alla Parola di ferirci, dobbiamo ricordarci che la ferita è sempre medicata dalla grazia. Gesù non ci lascia a terra: ci rialza, ci riveste, ci manda di nuovo in missione.
La gioia del Signore non è un’emozione superficiale. È la certezza che Lui è con noi. È sapere che, anche nelle correzioni più difficili, il Suo amore non vacilla. È questa gioia che diventa la nostra forza. Non la nostra determinazione, non il nostro impegno religioso, ma la gioia che nasce dal Suo volto che sorride su di noi.

Questa gioia non ignora le lacrime. Le raccoglie e le trasforma in canti di vittoria.