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Nella Valle Dell'OmbraCampione

Nella Valle Dell'Ombra

GIORNO 7 DI 7

GIORNO 6
IL TERZO AMICO: LA CHIESA

Una delle cose più bello che ho sperimentato durante i tanti giorni di ospedale è stata la vicinanza della chiesa. Ero lontano dalla mia famiglia ma non mi sono sentito abbondonato.

Diversi amici, pastori e credenti mi hanno sostenuto con il loro affetto, coraggio e amore.

Mi sono sentito letteralmente inondato di affetto nei giorni più difficili della mia vita.

Ho veramente capito quanto abbiamo bisogno degli altri nella nostra vita e nel nostro cammino spirituale. Non possiamo vivere da soli. Dio ha creato la chiesa per crescere insieme.

Nei momenti di ombra, abbiamo bisogno che i nostri amici ci ricordino le verità. Amici che pregano con noi. Amici che spendono del tempo con noi e ci “distolgono” dal pensiero al dolore.

La sofferenza ci porta anche ad una consapevolezza di fragilità e l’umiltà di chiedere aiuto. Sì perché chiedere aiuto è una grande atto di umiltà. Ammettere la propria fragilità.

Uno degli aspetti più preziosi che ho sperimentato durante il lungo periodo trascorso in ospedale è stata l'indimenticabile vicinanza della chiesa. Sebbene fossi fisicamente distante dalla mia famiglia, non mi sono mai sentito abbandonato, grazie alla presenza costante e rassicurante di amici, pastori e membri della chiesa che mi hanno circondato con un affetto profondo, incoraggiamento e amore incondizionato.

In quei giorni, tra i più ardui della mia vita, ho sperimentato un'ondata di affetto che ha superato ogni mia aspettativa.

Questa esperienza mi ha profondamente toccato, facendomi realizzare quanto sia fondamentale avere il sostegno degli altri nel nostro percorso di vita e, soprattutto, nel nostro cammino spirituale. La solitudine non è un'opzione; Dio stesso ha istituito la chiesa come luogo di crescita collettiva, uno spazio sacro dove condividere, apprendere e supportarsi reciprocamente. Nei momenti bui, quando le ombre sembrano avvolgerci, è vitale avere accanto amici che ci riportino alla luce delle verità divine, che preghino per noi e con noi, che dedichino tempo a noi, offrendoci distrazione e sollievo dalle grinfie del dolore e della sofferenza.

Attraversare periodi di sofferenza ci insegna anche il valore dell'umiltà, rivelando la nostra intrinseca fragilità e la necessità di aprire il cuore e la mente all'aiuto altrui. Chiedere aiuto, infatti, è un gesto di umiltà profonda, un riconoscimento sincero della nostra vulnerabilità e dei nostri limiti. Ammettere di avere bisogno degli altri non è segno di debolezza, ma di saggezza e forza, poiché ci consente di accettare l'amore, il sostegno e la guida di coloro che Dio ha posto accanto a noi.

Il sostegno ricevuto durante il mio ricovero in ospedale ha rafforzato in me la convinzione che siamo chiamati a vivere in comunione gli uni con gli altri, condividendo i pesi e le gioie, le vittorie e le sconfitte. La comunità di fede diventa così una famiglia allargata, un luogo dove ogni membro contribuisce al benessere e alla crescita spirituale degli altri, attraverso gesti di gentilezza, parole di conforto e atti di servizio disinteressato.

Questa rete di relazioni autentiche e profonde, fondata sull'amore cristiano, ci permette di affrontare le sfide della vita con maggiore coraggio e speranza. Ci ricorda che, anche nei momenti di maggiore disperazione, non siamo mai soli; la presenza costante di Dio si manifesta attraverso l'amore e il sostegno della comunità di credenti. L'esperienza della malattia e della sofferenza, seppur dolorosa, può dunque trasformarsi in un'occasione preziosa per sperimentare in modo tangibile l'amore di Dio, che ci viene incontro attraverso le mani e i cuori dei nostri fratelli e sorelle in Cristo.

IL MISTERO DELLA SOFFERENZA

L'aspetto più arduo e, allo stesso tempo, più profondo della sofferenza risiede nel suo intrinseco mistero. Questo aspetto, spesso scivoloso, ci pone di fronte a una delle più grandi sfide: accettare che non sempre ci sarà dato di comprendere il "perché" delle nostre prove e tribolazioni. In alcuni momenti, Dio può scegliere di “illuminarci”, offrendoci un barlume di comprensione; in altri, invece, il velo rimane calato, e il motivo della nostra sofferenza ci sfugge.

Nel cuore del dolore, la domanda del "perché" può sembrare pressante, quasi ossessiva. Tuttavia, ciò che emerge come veramente essenziale non è tanto la risposta a questa domanda, quanto la consapevolezza profonda e rassicurante della presenza di Dio accanto a noi. Ricordi il Salmo 23 che abbiamo letto il primo giorno: “Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, non temerei alcun male perché tu sei con me”.

Un credente che ama Dio sinceramente è quindi chiamato ad accettare il mistero, adottando quella postura di fiducia che dice: "Non lo so, ma confido in Dio". Questa fede, pura e disarmante come quella di un bambino, si radica nella convinzione che, nonostante tutto, il Padre celeste opera incessantemente per il nostro bene, secondo quella promessa che "tutto coopera al bene di coloro che amano Dio" (Romani 8:28).

Mio figlio Martin, che ha sei anni, sta iniziando a confrontarsi con le sue prime paure, una delle quali è la paura del buio. Spesso, durante la notte, si sveglia assetato ma esita a dirigersi verso la cucina a causa del corridoio buio che deve attraversare.

Solitamente, quando accade, mi alzo per accendere le luci e lo accompagno in cucina affinché possa bere. Tuttavia, in alcune occasioni, per evitare di disturbare il sonno del fratellino, abbiamo optato per inoltrarci insieme nel buio, alla ricerca del frigorifero per prendere dell'acqua. Ho notato che, in quei momenti, Martin mi segue fiducioso, senza esitazione. Anche se la cucina rimane avvolta nell'oscurità, la mia presenza al suo fianco sembra infondergli la sicurezza necessaria per affrontare il cammino oscuro.

Questa semplice ma significativa esperienza domestica mi ha portato a una profonda riflessione. A volte, Dio illumina il nostro cammino, rendendo ogni cosa chiara e comprensibile; altre volte, invece, ci troviamo a dover procedere nel buio più totale. Tuttavia, anche nell’ombra, la Sua presenza costante al nostro fianco ci fornisce la sicurezza e la forza necessarie per avanzare senza timore.

La vicinanza di Dio trasforma il nostro viaggio, anche quello più scuro, in un percorso in cui possiamo muoverci con fiducia. La consapevolezza della Sua presenza è la luce che ci guida rassicurandoci che, nonostante le sfide e le incertezze, non siamo mai soli.

Questa metafora della ricerca dell'acqua nel buio con mio figlio Martin mi fa domandare: sei pronto ad affrontare la valle dell’ombra sapendo che Dio è al tuo fianco? Sei disposto a fidarti di Lui per raggiungere l'"acqua"?

La fiducia in Dio ci permette di attraversare qualsiasi ombra, rassicurati dalla Sua guida amorevole e protettiva.

Questo piano è tratto da una predicazione che ti invito ad ascoltare adesso:https://youtu.be/-Mq_aQEa3A8?feature=shared

Giorno 6

Riguardo questo Piano

Nella Valle Dell'Ombra

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Vorremmo ringraziare Noi Siamo La Rivoluzione per aver fornito questo piano. Per ulteriori informazioni, visitare: https://www.noisiamolarivoluzione.com

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