Nella Valle Dell'OmbraCampione

GIORNO 5
IL SECONDO AMICO: L’ADORAZIONE

L'adorazione, un'esperienza senza confini, inizia nel qui e ora e si estenderà in eterno, oltrepassando i limiti terreni per continuare nei nuovi cieli e nuova terra che Dio ha promesso quando tornerà.

È un'attività che, essendo intrinseca alla nostra esistenza spirituale, merita di essere coltivata con dedizione e comprensione profonda. Imparare ad adorare nel modo corretto è dunque un viaggio che inizia in questa vita e si perfeziona nell'eternità.

Esistono dimensioni dell'essere di Dio che si svelano esclusivamente nei momenti di maggiore difficoltà, nelle valli oscure dove l'ombra della sofferenza si stende su di noi. È proprio in questi contesti, dove il dolore sembra prevalere, che possiamo offrire a Dio una forma di adorazione unica: quella che nasce nel cuore della prova. Un’adorazione che solo in questa vita possiamo esprimere e non nel mondo avvenire.

È qui che possiamo glorificare Dio come nostro guaritore, anche quando la malattia persiste, trovando una profondità di fede e di relazione con Lui che altrimenti non conosceremmo.

Adorare Dio senza una completa sottomissione trasforma l'adorazione in una sorta di transazione commerciale, dove ci si aspetta di dare qualcosa a Dio in cambio di una Sua benedizione o intervento. Questo approccio riduttivo perde di vista la vera essenza dell'adorazione, che è un atto di fede e di abbandono totale nelle mani del Creatore, indipendentemente dalle circostanze.

La fede autentica scaturisce da questo atto di resa. Prendiamo ispirazione dalla donna che spezzò il vaso di alabastro ai piedi di Gesù, versando su di Lui un olio profumato di grande valore. Questo gesto, intriso di devozione e sacrificio, non solo fu un atto di adorazione intenso e personale, ma trasformò anche lei, che iniziò a emanare lo stesso profumo. Questa storia simboleggia la bellezza di un'adorazione che trasforma, che ci rende partecipi della natura e del profumo di Cristo, diffondendo la Sua fragranza attraverso le nostre vite.

L'adorazione vera implica dunque una totale arresa a Dio, riconoscendo la Sua sovranità e bontà in ogni circostanza della vita. È un'espressione di fede che va oltre la ricerca di benedizioni personali, focalizzandosi piuttosto sul dare onore a Colui che è degno, indipendentemente dalle nostre esperienze personali di dolore o gioia. Lo abbiamo contato tante volte: “ti adoro non per quello che fai ma per quello che sei”.

Espandendo questa comprensione, possiamo apprezzare che l'adorazione non è limitata ai momenti di gioia o alle circostanze favorevoli; essa si manifesta in maniera potente anche nel mezzo delle prove. È in questi momenti che la nostra adorazione si arricchisce, diventando un testimone potente della nostra fede e della nostra fiducia in Dio, che ci sostiene e ci guida verso la vittoria spirituale.

In questo viaggio verso un'adorazione autentica e senza confini, siamo chiamati a offrire a Dio il nostro cuore, la nostra fede e la nostra vita, come un sacrificio vivo, santo e gradito a Lui, sapendo che la nostra adorazione terrena è solo l'inizio di quella che continueremo a offrire in eterno, nella Sua gloriosa presenza.

Ricordi la storia di Paolo e Sila che adoravano in prigione, narrata negli Atti degli Apostoli, capitolo 16? Comunemente, una prigione non viene considerata il luogo ideale per lodare ed adorare Dio. Tuttavia, in quella circostanza apparentemente disperata, fu proprio l'adorazione a provocare un evento straordinario: le catene furono spezzate. Questo racconto ci dimostra che non esiste un "luogo inadatto" per la lode a Dio. Al contrario, è proprio nelle circostanze più difficili che la nostra adorazione può liberare la potenza divina in modi sorprendenti, conducendo alla liberazione e alla vittoria sulla disperazione.

Oggi, prenditi alcuni momenti per adorare Dio profondamente nonostante tutto. Chiuditi nella tua “stanzetta segreta” e adoralo. Riversa su di Lui il tuo profumo che onora lui e ti trasforma.