PER COSA STIAMO VIVENDO?

Spesso sentiamo dire: “Fai ciò che ti piace”, oppure “Fai solo ciò che ti rende felice”. Ma davvero possiamo basare tutta la vita su uno stato d’animo? E cosa succede quando quella felicità svanisce, quando il piacere momentaneo non basta più? Viviamo in una realtà dove la nostra mente è costantemente attirata dalla dopamina, quel potente neurotrasmettitore che ci spinge a cercare gratificazioni immediate. Ci sforziamo di inseguire quel senso di piacere, ma è davvero possibile farne la ragione della nostra esistenza?

La risposta è no. Non possiamo mantenere uno stato d’animo costante. La felicità fluttua. Di conseguenza, quanti legami si spezzano, quante relazioni si indeboliscono proprio perché abbiamo cercato solo ciò che ci faceva stare bene nel momento, abbandonando ciò che richiede impegno e perseveranza? Nella cultura consumistica in cui viviamo, dove si preferisce sostituire anziché riparare, questa sfida si fa ancora più dura. La dopamina ci spinge a voler sempre di più, a non accontentarci, a vivere di emozioni fugaci.

Eppure, c’è una verità profonda: Dio desidera che la nostra vita sia piena, abbondante e significativa. Non un’esistenza fatta di inseguimenti inutili, ma una vita che trova il suo scopo nel rivestire senso e valore ogni momento.

Come possiamo allora spezzare questa catena? La risposta è riscoprire il vero scopo per cui esistiamo: glorificare Dio.

Il Salmo 37:4 ci dice: «Trova la tua gioia e il tuo vero piacere in Yahweh, e lui ti darà ciò che desideri profondamente». Quando la nostra vita è centrata nel lodare e onorare Dio, la felicità non è più una ricerca vana, ma diventa inevitabile.

Ma cosa significa davvero glorificare Dio? Il termine ebraico “kabod” indica “peso” o “misura”: dare a Dio il giusto peso, la giusta importanza nella nostra esistenza. Vivere in modo tale che chi ci guarda non possa fare altro che intravedere la Sua grazia, il Suo amore e la Sua presenza.

Pensiamo alla storia del ricco stolto raccontata da Gesù nel Vangelo di Luca in cui si parla di un uomo che accumula ricchezze per il proprio piacere, senza pensare allo scopo più grande. Alla fine, perde tutto, perché ha vissuto solo per sé stesso, ignorando il disegno più grande di Dio.

Oggi, noi possiamo scegliere di non cadere nella stessa trappola: non lasciare che la ricerca del piacere effimero diventi il centro della nostra vita. Troviamo invece nella gloria di Dio la vera ricchezza, quella che nessuno potrà portarci via. Solo così la nostra vita avrà senso, stabilità e gioia duratura. Siamo pronti a mettere fine alla vana ricerca di una felicità fugace e ad abbracciare la vera libertà che nasce dal glorificare Dio ogni giorno? Insieme possiamo vivere questa trasformazione profonda.