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Giorno 1: La tecnologia è uno strumento, non un padrone

Viviamo nel tempo dell’intelligenza artificiale. Assistenti virtuali, automazioni, risposte immediate: tutto sembra girare più veloce.

Eppure, in mezzo a questa corsa digitale, c’è una domanda che dobbiamo porci come credenti: “Chi comanda davvero?”

La tecnologia è uno strumento, non un fine. Non è né buona né cattiva. È neutra.

Come un martello: può costruire una casa o distruggerla. È l’intenzione di chi la usa a fare la differenza.

Allo stesso modo, l’intelligenza artificiale riflette ciò che le viene insegnato. Se il mondo insegna superficialità, profitto, egoismo… l’A.I. imparerà questo.

Ma se noi, come cristiani, impariamo a infondere nella tecnologia valori spirituali, la usiamo per creare strumenti di bene.

Siamo chiamati a essere matite nelle mani di Dio, strumenti che Lui può usare per costruire, ispirare, guarire.

Anche nel mondo digitale.

Non temere la tecnologia. Temi piuttosto di sostituire Dio con la tecnologia. La nostra sicurezza, il nostro scopo e la nostra identità non possono venire da un algoritmo. Vengono da Cristo.

La vera domanda non è “l’A.I. ci sostituirà?” La vera domanda è: “Come posso usare ciò che ho — strumenti, tempo, voce — per costruire il Regno di Dio?”

Prendi uno strumento che usi ogni giorno (telefono, computer, social) e chiediti: “Come posso usarlo oggi per servire Dio?”