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GIORNO 10 DI 16

Prestare Attenzione alle Scritture

"Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato." – Ro 10:13

Cosa significa "invocare il nome del Signore"? Non è quello che gli Ebrei avevano sempre fatto fin dai tempi dell'Antico Testamento? Allora perché Paolo doveva pregare per la loro salvezza (Ro 10:1)?

Di fatto, lo stesso Paolo testimonia che gli Ebrei erano zelanti per Dio (Ro 10:2). Erano orgogliosi di essere un popolo scelto da Dio. Davano grande importanza all'osservanza della legge perché era stata data loro come segno dell'elezione a popolo di Dio. Ma Paolo dice che il loro zelo era senza conoscenza (Ro 10:2). Non erano in sintonia con ciò che Dio stava facendo nel mondo che li circondava. Pensavano che la salvezza fosse destinata solo agli Ebrei e che essere ebreo fosse sufficiente per essere salvato. Anche quelli che sono diventati cristiani erano restii all'idea che i Gentili potessero essere salvati senza diventare prima ebrei. Paolo dice che stavano stabilendo la propria giustizia invece di sottomettersi a quella di Dio (Ro 10:3).

La cosa buffa è che se avessero veramente conosciuto le loro stesse Scritture, avrebbero dovuto riconoscere Gesù come il Messia promesso. Invece Lo rifiutarono perché non corrispondeva alla loro idea preconcetta di come avrebbe dovuto essere il Messia. Volevano un re come Davide, nonostante le profezie di Isaia annunciassero che il Messia avrebbe sofferto. Desideravano l’esclusività, malgrado le profezie dicessero che i Gentili sarebbero stati inclusi nel regno di Dio. Si aspettavano di mantenere il loro status di popolo eletto, pur essendo stati avvertiti dallo stesso Mosè che la ribellione contro Dio li avrebbe portati a perdere tale status.

Può sembrarci ridicolo che si siano lasciati sfuggire così tante indicazioni su Gesù nelle loro Scritture, ma noi stessi prestiamo davvero attenzione alle Scritture? Ci viene detto che saremo perdonati solo se perdoniamo (Matteo 18:21-35), ma non continuiamo forse a serbare rancore mettendo a rischio il nostro ingresso nel regno di Dio? Ci viene detto che seguire Gesù significa rinunciare a noi stessi (Mt 16:24), ma magari perseguiamo le nostre ambizioni continuando ad affermare di seguirLo? Ci viene detto che la porta è stretta (Mt 7:13-14), ma non cerchiamo forse di allargarla rendendo la chiesa più simile al mondo esterno per attirare più persone? Ogni volta che pensiamo che qualcosa sia troppo scomodo, o troppo idealistico, o troppo impossibile da obbedire e quindi possa essere tranquillamente ignorato, siamo colpevoli di cercare di stabilire la nostra giustizia invece di sottometterci alla giustizia di Dio.

È molto facile sorvolare sulle parti delle Scritture che non ci sono congeniali pensando che Dio sia misericordioso e non ci biasimerà per aver fatto le cose a modo nostro in quel caso specifico. Ma invocare veramente il nome del Signore significa sottomettersi a Dio come Signore in tutti gli ambiti della nostra vita. Come disse Gesù in Matteo 7:21, "Non chiunque mi dice: 'Signore, Signore', entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".

La tua fede è teorica? O è qualcosa che vivi ogni giorno?

Riguardo questo Piano

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Questo piano ti porterà attraverso il libro dei Romani, un capitolo al giorno. La lettura di ogni giorno è accompagnata da una meditazione su uno dei versetti del capitolo di quel giorno. I temi trattati coprono argomenti di fede, il vivere rettamente e l'unità nella chiesa.

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Vorremmo ringraziare Flat Fish per averci fornito questo piano. Per maggiori informazioni, visita: https://courageousmagazine.com/