Lettera ai Romani 1:13-16
Lettera ai Romani 1:13-16 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Non voglio che ignoriate, fratelli, che molte volte mi sono proposto di recarmi da voi (ma finora ne sono stato impedito) per avere qualche frutto anche tra di voi, come fra le altre nazioni. Io sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti; così, per quanto dipende da me, sono pronto ad annunciare il vangelo anche a voi che siete a Roma. Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco
Lettera ai Romani 1:13-16 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Non voglio che ignoriate, fratelli, che molte volte mi sono proposto di recarmi da voi (ma finora ne sono stato impedito) per avere qualche frutto anche tra di voi, come fra le altre nazioni. Io sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti; cosí, per quanto dipende da me, sono pronto ad annunziare il vangelo anche a voi che siete a Roma. Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco
Lettera ai Romani 1:13-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
Voglio che voi sappiate questo, fratelli: già molte volte avevo deciso di venire a raccogliere anche tra voi qualche buon frutto, come l’ho ottenuto tra altri popoli; ma fino a ora non mi è stato possibile. Il mio compito è di rivolgermi a tutti: ai popoli di civiltà greca e agli altri, alla gente istruita e agli ignoranti; e per quanto dipende da me, sono pronto ad annunziare il messaggio di Cristo anche a voi che siete in Roma. Io non mi vergogno del messaggio del *Vangelo, perché è potenza di Dio per salvare chiunque ha fede, prima l’Ebreo e poi tutti gli altri.
Lettera ai Romani 1:13-16 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte io ho proposto di venire a voi, acciocchè io abbia alcun frutto fra voi, come ancora fra le altre genti; ma sono stato impedito infino ad ora. Io son debitore a' Greci, ed ai Barbari; a' savi, ed a' pazzi. Così, quant'è a me, io son pronto ad evangelizzare eziandio a voi che siete in Roma. PERCIOCCHÈ io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo; poichè esso è la potenza di Dio in salute ad ogni credente; al Giudeo imprima, poi anche al Greco.