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Giudici 11:1-40

Giudici 11:1-40 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Iefte, il Galaadita, era un uomo forte e valoroso, figlio di una prostituta, e aveva Galaad per padre. La moglie di Galaad gli aveva dato dei figli, e quando essi furono grandi, scacciarono Iefte e gli dissero: «Tu non avrai eredità in casa di nostro padre, perché sei figlio di un’altra donna». Iefte se ne fuggì lontano dai suoi fratelli e si stabilì nel paese di Tob. Degli avventurieri si raccolsero intorno a Iefte e facevano delle incursioni con lui. Qualche tempo dopo avvenne che i figli di Ammon mossero guerra a Israele. Mentre i figli di Ammon erano in guerra contro Israele, gli anziani di Galaad andarono a cercare Iefte nel paese di Tob. Dissero a Iefte: «Vieni, sii nostro capitano e combatteremo contro i figli di Ammon». Ma Iefte rispose agli anziani di Galaad: «Non mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché venite da me ora che siete nell’angoscia?» Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Appunto per questo ora torniamo da te, perché tu venga con noi a combattere contro i figli di Ammon e tu sia capo di noi tutti che abitiamo in Galaad». Iefte rispose agli anziani di Galaad: «Se mi fate ritornare da voi per combattere contro i figli di Ammon e il SIGNORE li dà in mio potere, io sarò vostro capo». Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Il SIGNORE sia testimone e giudice se non facciamo quello che hai detto». Iefte dunque andò con gli anziani di Galaad; il popolo lo nominò suo capo e condottiero e Iefte ripeté davanti al SIGNORE, a Mispa, tutte le parole che aveva dette prima. Poi Iefte inviò dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: «Perché vieni contro di me per fare guerra al mio paese?» Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: «Mi sono mosso perché, quando Israele salì dall’Egitto, s’impadronì del mio paese, dall’Arnon fino allo Iabboc e al Giordano. Rendimelo amichevolmente». Iefte inviò di nuovo dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: «Così dice Iefte: “Israele non si impadronì del paese di Moab, né del paese degli Ammoniti; ma, quando Israele salì dall’Egitto e attraversò il deserto fino al mar Rosso e giunse a Cades, inviò dei messaggeri al re di Edom per dirgli: ‘Ti prego, lasciami passare per il tuo paese’; ma il re di Edom non acconsentì. Ne mandò anche al re di Moab, il quale pure rifiutò; e Israele rimase a Cades. Poi camminò per il deserto, fece il giro del paese di Edom e del paese di Moab, giunse a oriente del paese di Moab e si accampò di là dall’Arnon, senza entrare nel territorio di Moab; perché l’Arnon segna il confine di Moab. Israele inviò dei messaggeri a Sicon, re degli Amorei, re di Chesbon e gli mandò a dire: ‘Ti preghiamo, lasciaci passare attraverso il tuo paese, per arrivare al nostro’. Ma Sicon non si fidò d’Israele e non gli permise di passare per il suo territorio; anzi Sicon radunò tutta la sua gente, si accampò a Iaas e combatté contro Israele. Il SIGNORE, il Dio d’Israele, diede Sicon e tutta la sua gente nelle mani d’Israele, che li sconfisse; così Israele conquistò tutto il paese degli Amorei, che abitavano quella regione; conquistò tutto il territorio degli Amorei, dall’Arnon allo Iabboc e dal deserto al Giordano. Ora che il SIGNORE, il Dio d’Israele, ha scacciato gli Amorei davanti a Israele, che è il suo popolo, dovresti tu possedere il loro paese? Non possiedi tu quello che Chemos, il tuo dio, ti ha fatto possedere? Così anche noi possederemo il paese di quelli che il SIGNORE ha scacciato davanti a noi. Sei tu forse migliore di Balac, figlio di Sippor, re di Moab? Litigò egli con Israele? Gli fece guerra? Sono trecento anni che Israele abita a Chesbon e nelle città del suo territorio, ad Aroer e nelle città del suo territorio e in tutte le città lungo l’Arnon; perché non gliele avete tolte durante questo tempo? Io non ti ho offeso. Tu agisci male verso di me, muovendomi guerra. Il SIGNORE, il giudice, giudichi oggi tra i figli d’Israele e i figli di Ammon!”». Ma il re degli Ammoniti non diede ascolto alle parole che Iefte gli aveva mandato a dire. Allora lo Spirito del SIGNORE venne su Iefte, che attraversò Galaad e Manasse, passò a Mispa di Galaad e da Mispa di Galaad mosse contro i figli di Ammon. Iefte fece un voto al SIGNORE e disse: «Se tu mi dai nelle mani i figli di Ammon, chiunque uscirà dalla porta di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vincitore sugli Ammoniti, sarà del SIGNORE e io l’offrirò in olocausto». Iefte marciò contro i figli di Ammon per fare loro guerra e il SIGNORE glieli diede nelle mani. Egli li sconfisse da Aroer fino a Minnit, devastando venti città, e fino ad Abel-Cheramin. Fu una grandissima sconfitta per i figli di Ammon, che furono umiliati davanti ai figli d’Israele. Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro sua figlia, con timpani e danze. Era l’unica sua figlia; non aveva altri figli né altre figlie. Come la vide, si stracciò le vesti e disse: «Ah, figlia mia! Tu mi riempi d’angoscia! Tu sei fra quelli che mi fanno soffrire! Io ho fatto una promessa al SIGNORE e non posso revocarla». Lei gli disse: «Padre mio, se hai dato la tua parola al SIGNORE, trattami secondo la tua promessa, poiché il SIGNORE ti ha permesso di vendicarti dei figli di Ammon, tuoi nemici». Poi disse a suo padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, affinché vada su e giù per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne». Egli le rispose: «Va’!» e la lasciò andare per due mesi. Lei se ne andò con le sue compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine dei due mesi tornò da suo padre; ed egli fece di lei quello che aveva promesso. Lei non aveva conosciuto uomo. Di qui venne in Israele l’usanza che le figlie d’Israele vadano tutti gli anni a celebrare la figlia di Iefte, il Galaadita, per quattro giorni.

Giudici 11:1-40 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

*Iefte, il *Galaadita, era un uomo forte e valoroso, figlio di una prostituta, e aveva Galaad per padre. La moglie di Galaad gli aveva dato dei figli; e quando essi furono grandi, scacciarono Iefte e gli dissero: «Tu non avrai eredità in casa di nostro padre, perché sei figlio di un'altra donna». Iefte se ne fuggí lontano dai suoi fratelli e si stabilí nel paese di Tob. Degli avventurieri si raccolsero intorno a Iefte e facevano delle incursioni con lui. Qualche tempo dopo avvenne che i figli di *Ammon mossero guerra a *Israele. Mentre i figli di Ammon erano in guerra contro Israele, gli *anziani di Galaad andarono a cercare Iefte nel paese di Tob. Dissero a Iefte: «Vieni, sii nostro capitano e combatteremo contro i figli di Ammon». Ma Iefte rispose agli anziani di *Galaad: «Non mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché venite da me ora che siete nell'angoscia?» Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Appunto per questo ora torniamo da te, perché tu venga con noi a combattere contro i figli di Ammon e tu sia capo di noi tutti che abitiamo in Galaad». Iefte rispose agli anziani di Galaad: «Se mi fate ritornare da voi per combattere contro i figli di Ammon e il Signore li dà in mio potere, io sarò vostro capo». Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Il Signore sia testimone e giudice se non facciamo quello che hai detto». Iefte dunque andò con gli anziani di Galaad; il popolo lo nominò suo capo e condottiero e Iefte ripeté davanti al Signore, a Mispa, tutte le parole che aveva dette prima. Poi Iefte inviò dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: «Perché vieni contro di me per fare guerra al mio paese?» Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: «Mi sono mosso perché, quando Israele salí dall'Egitto, s'impadroní del mio paese, dall'Arnon fino allo Iabboc e al *Giordano. Rendimelo amichevolmente». Iefte inviò di nuovo dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: «Cosí dice Iefte: Israele non si impadroní del paese di *Moab, né del paese degli Ammoniti; ma, quando Israele salí dall'Egitto e attraversò il deserto fino al mar Rosso e giunse a Cades, inviò dei messaggeri al re di *Edom per dirgli: “Ti prego, lasciami passare per il tuo paese”; ma il re di Edom non acconsentí. Ne mandò anche al re di Moab, il quale pure rifiutò; e Israele rimase a Cades. Poi camminò per il deserto, fece il giro del paese di Edom e del paese di Moab, giunse a oriente del paese di Moab e si accampò di là dall'Arnon, senza entrare nel territorio di Moab; perché l'Arnon segna il confine di Moab. Israele inviò dei messaggeri a Sicon, re degli *Amorei, re di Chesbon e gli mandò a dire: “Ti preghiamo, lasciaci passare attraverso il tuo paese, per arrivare al nostro”. Ma Sicon non si fidò d'Israele e non gli permise di passare per il suo territorio; anzi Sicon radunò tutta la sua gente, si accampò a Iaas e combatté contro Israele. Il Signore, il Dio d'Israele, diede Sicon e tutta la sua gente nelle mani d'Israele, che li sconfisse; cosí Israele conquistò tutto il paese degli Amorei, che abitavano quella regione; conquistò tutto il territorio degli Amorei, dall'Arnon allo Iabboc e dal deserto al Giordano. Ora che il Signore, il Dio d'Israele, ha scacciato gli Amorei davanti a Israele, che è il suo popolo, dovresti tu possedere il loro paese? Non possiedi tu quello che Chemos, il tuo dio, ti ha fatto possedere? Cosí anche noi possederemo il paese di quelli che il Signore ha scacciato davanti a noi. Sei tu forse migliore di Balac, figlio di Sippor, re di Moab? Litigò egli con Israele? Gli fece guerra? Sono trecento anni che Israele abita a Chesbon e nelle città del suo territorio, ad Aroer e nelle città del suo territorio e in tutte le città lungo l'Arnon; perché non gliele avete tolte durante questo tempo? Io non ti ho offeso. Tu agisci male verso di me, movendomi guerra. Il Signore, il giudice, giudichi oggi tra i figli d'Israele e i figli di Ammon!» Ma il re degli Ammoniti non diede ascolto alle parole che Iefte gli aveva mandato a dire. Allora lo Spirito del Signore venne su Iefte, che attraversò Galaad e *Manasse, passò a Mispa di Galaad e da Mispa di Galaad mosse contro i figli di Ammon. Iefte fece un voto al Signore e disse: «Se tu mi dai nelle mani i figli di Ammon, chiunque uscirà dalla porta di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vincitore sugli Ammoniti, sarà del Signore e io l'offrirò in olocausto». Iefte marciò contro i figli di Ammon per fare loro guerra e il Signore glieli diede nelle mani. Egli li sconfisse da Aroer fino a Minnit, devastando venti città, e fino ad Abel-Cheramin; fu una grandissima sconfitta per i figli di Ammon che furono umiliati davanti ai figli d'Israele. Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro sua figlia, con timpani e danze. Era l'unica sua figlia; non aveva altri figli né altre figlie. Come la vide, si stracciò le vesti e disse: «Ah, figlia mia! tu mi riempi d'angoscia! tu sei fra quelli che mi fanno soffrire! Io ho fatto una promessa al Signore e non posso revocarla». Lei gli disse: «Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, trattami secondo la tua promessa, poiché il Signore ti ha permesso di vendicarti dei figli di Ammon, tuoi nemici». Poi disse a suo padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, affinché vada su e giú per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne». Egli le rispose: «Va'!» e la lasciò andare per due mesi. Lei se ne andò con le sue compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine dei due mesi, tornò da suo padre; ed egli fece di lei quello che aveva promesso. Lei non aveva conosciuto uomo. Di qui venne in Israele l'usanza che le figlie d'Israele vadano tutti gli anni a celebrare la figlia di Iefte, il Galaadita, per quattro giorni.

Giudici 11:1-40 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Iefte era un valente guerriero della regione di Gàlaad. Era nato da una prostituta. Ma suo padre Gàlaad ebbe anche altri figli dalla moglie, e quando essi diventarono grandi, costrinsero Iefte ad andar via di casa. Gli dissero: «Tu non erediterai niente da nostro padre, perché sei figlio di un’altra donna». Iefte allora fuggì lontano dai suoi fratelli e andò a vivere nella regione di Tob. Attorno a lui si radunò un gruppo di sbandati che lo seguirono nei suoi colpi di mano. In quei giorni gli Ammoniti fecero guerra agli Israeliti. Quando cominciarono i combattimenti, le autorità della regione di Gàlaad andarono nella regione di Tob a chiamare Iefte. E gli proposero: — Vieni. Accetta di essere il nostro comandante, e così potremo combattere gli Ammoniti. Iefte rispose loro: — Voi mi avete odiato tanto da scacciarmi dalla casa di mio padre. Perché venite da me, ora che siete in difficoltà? Le autorità di Gàlaad dissero: — Siamo venuti da te proprio per questo. Vieni con noi a combattere gli Ammoniti, e diventerai il capo di tutti gli abitanti di Gàlaad. Iefte concluse: — Voi siete venuti a chiamarmi per combattere gli Ammoniti; se il Signore mi darà la vittoria, io resterò il vostro capo. Le autorità di Gàlaad dissero: — D’accordo! Il Signore ci è testimone. Iefte andò con loro. Il popolo lo fece comandante e capo. A Mispa, alla presenza del Signore, Iefte confermò l’accordo. Poi Iefte mandò messaggeri a dire al re degli Ammoniti: «Che pretesto ti ho dato perché tu invada il mio territorio?». Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: «Il motivo è questo: il popolo d'Israele, quando uscì dall’Egitto, occupò il mio territorio dal torrente Arnon fino al torrente Iabbok e al fiume Giordano. Ora restituiscimi subito queste terre pacificamente». Iefte mandò di nuovo i suoi messaggeri dal re degli Ammoniti con questa risposta: «Non è vero che Israele ha preso le terre dei Moabiti e degli Ammoniti. Quando gli Israeliti uscirono dall’Egitto, attraversarono il deserto fino al Mar Rosso e giunsero a Kades. Allora essi mandarono messaggeri al re di Edom e gli chiesero di lasciarli attraversare il suo territorio; ma il re di Edom rifiutò. La stessa cosa fecero con il popolo di Moab: Israele mandò messaggeri a quel re, ma nemmeno lui volle lasciarli passare. Così gli Israeliti si fermarono a Kades. «Quando ripresero la loro marcia nel deserto, fecero il giro attorno ai territori di Edom e di Moab. Giunsero così a oriente del paese di Moab, e posero il loro accampamento sulla riva del torrente Arnon. Ma non oltrepassarono l’Arnon, perché segnava il confine del territorio di Moab. Allora gli Israeliti mandarono messaggeri a Sicon, re degli Amorrei, che abitava a Chesbon. Gli chiesero: “Lasciaci attraversare il tuo territorio per raggiungere la nostra terra”. «Sicon non si fidò di lasciar passare gli Israeliti per il suo territorio; anzi, radunò l’esercito, pose l’accampamento a Iaas e attaccò Israele. Ma il Signore, Dio d'Israele, diede agli Israeliti la vittoria su Sicon e il suo esercito. Così gli Israeliti presero possesso di tutto il territorio degli Amorrei. Occuparono tutta la zona dal torrente Arnon al torrente Iabbok, e dal deserto fino al Giordano. «Dunque il Signore, Dio d'Israele, ha cacciato via gli Amorrei per far posto a noi Israeliti. E ora voi Ammoniti vorreste cacciar via noi? Nessuno vi toglie il territorio che vi ha dato il vostro dio Camos. E noi perché non dovremmo tenerci il territorio che il Signore nostro Dio ha tolto agli altri per darlo a noi? E tu, re di Ammon, credi di valere più del re di Moab, Balak figlio di Sippor? Ebbene, egli non ha mai avanzato pretese contro Israele e non gli ha mai mosso guerra. Inoltre è da trecento anni che noi Israeliti occupiamo le città di Chesbon, Aroèr, i loro dintorni e tutte le città situate sulla sponda del torrente Arnon. Perché non ve le siete riprese in tutto questo tempo? Io non vi ho proprio fatto nessun torto. Sei tu invece ad aggredirmi ingiustamente. Il Signore è il giudice. Oggi stesso egli farà giustizia tra noi e voi». Ma il re degli Ammoniti non diede retta al messaggio di Iefte. Lo spirito del Signore scese sopra Iefte. Egli attraversò i territori di Gàlaad e della tribù di Manasse; tornò a Mispa, e raggiunse i confini degli Ammoniti. Iefte fece un voto al Signore: «Se mi farai vincere gli Ammoniti, quando tornerò dalla vittoria, destinerò a te e brucerò come sacrificio la prima creatura che uscirà di casa mia per venirmi incontro». Poi Iefte attraversò il torrente per attaccare gli Ammoniti, e il Signore gli diede la vittoria. Egli conquistò la zona di Aroèr dai dintorni di Minnit fino ad Abel-Cheramìm, venti città in tutto. Fu una dura sconfitta per gli Ammoniti e un grande trionfo per Israele. Quando Iefte tornò a casa a Mispa, gli uscì incontro sua figlia, danzando al suono del tamburello. Era la sua unica figlia: Iefte non aveva altri figli, né maschi né femmine. Appena la vide, Iefte, disperato, si stracciò i vestiti e gridò: — Figlia mia! tu mi spezzi il cuore. Perché devi essere proprio tu la causa di un grande dolore? Io ho fatto una solenne promessa al Signore, e ora non posso tirarmi indietro. Lei gli rispose: — Padre mio, se ti sei impegnato così davanti al Signore, fai di me come hai promesso, perché il Signore ti ha concesso di vendicarti contro quelli di Ammon, i tuoi nemici. Poi chiese a suo padre: — Concedimi solo questo: lasciami libera per due mesi. Me ne andrò con le mie compagne per i monti a piangere perché muoio senza essermi sposata. — Va’! — le rispose Iefte — e la lasciò libera per due mesi. Lei andò per i monti con le sue compagne e pianse perché doveva morire senza marito e senza figli. Dopo due mesi tornò da suo padre. Egli fece quello che aveva promesso al Signore, e lei morì ancora vergine. Questa fu l’origine di un’usanza in Israele: ogni anno le ragazze vanno per quattro giorni a commemorare la morte della figlia di Iefte, il Galaadita.

Giudici 11:1-40 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR Iefte Galaadita era un valente uomo, ed era figliuolo d'una meretrice; e Galaad l'avea generato. E la moglie di Galaad gli avea partoriti de' figliuoli; e quando i figliuoli della moglie furono grandi, cacciarono Iefte, e gli dissero: Tu non avrai eredità nella casa di nostro padre; perciocchè tu sei figliuolo d'una donna straniera. E Iefte se ne fuggì d'innanzi a' suoi fratelli, e dimorò nel paese di Tob; e presso a lui si adunarono degli uomini da nulla, e uscivano fuori con lui. E, dopo alquanto tempo, avvenne che i figliuoli di Ammon fecero guerra ad Israele. E, mentre i figliuoli di Ammon facevano guerra ad Israele, gli Anziani di Galaad andarono a prender Iefte nel paese di Tob. E dissero a Iefte: Vieni, e sii nostro capitano; acciocchè noi combattiamo contro a' figliuoli di Ammon. Ma Iefte disse agli Anziani di Galaad: Non mi avete voi odiato, e cacciato della casa di mio padre? perchè dunque venite a me, ora che voi siete distretti? E gli Anziani di Galaad dissero a Iefte: Perciò siamo noi ora ritornati a te, acciocchè tu venga con noi, e combatta contro a' figliuoli di Ammon; e che tu sii capo di tutti gli abitanti di Galaad. E Iefte disse agli Anziani di Galaad: Se voi mi riconducete per combattere contro a' figliuoli di Ammon, e il Signore li mette in mio potere, sarò io vostro capo? E gli Anziani di Galaad dissero a Iefte: Il Signore attenda a quello che diciamo fra noi, se non facciamo secondo che tu hai detto. Iefte adunque andò con gli Anziani di Galaad; e il popolo lo costituì capo e condottiere sopra sè; e Iefte pronunziò davanti al Signore, in Mispa, tutte le parole ch'egli avea prima dette. Poi Iefte mandò ambasciadori al re de' figliuoli di Ammon, a dirgli: Che v'è egli fra me e te, che tu sei venuto contro a me, per far guerra nel mio paese? E il re de' figliuoli di Ammon disse agli ambasciadori di Iefte: Io son venuto, perciocchè, quando Israele salì fuor di Egitto, prese il mio paese, dall'Arnon fino a Iabboc, e infino al Giordano; ora dunque rendimi quelle contrade amichevolmente. E Iefte mandò di nuovo ambasciadori al re de' figliuoli di Ammon, a dirgli: Così dice Iefte: Israele non prese il paese di Moab, nè il paese de' figliuoli di Ammon. Anzi, dopo che Israele fu salito fuor di Egitto, e fu camminato per lo deserto fino al mar rosso, e fu giunto a Cades, mandò ambasciadori al re di Edom, a dirgli: Deh! lascia che io passi per lo tuo paese; ma il re di Edom nol consentì; mandò eziandio al re di Moab, e anch'egli non volle. Laonde, dopo che Israele fu dimorato in Cades, camminò per lo deserto, e circuì il paese di Edom, e il paese di Moab, e giunse al lato orientale del paese di Moab, e si accampò di là dall'Arnon, e non entrò dentro a' confini di Moab, consiossiachè l'Arnon sia il confine di Moab. E Israele mandò ambasciadori a Sihon, re degli Amorrei, re di Hesbon, e dirgli: Deh! lascia che noi passiamo per lo tuo paese, finchè siamo giunti al nostro luogo. Ma Sihon non si fidò d'Israele, ch'egli passasse per li suoi confini; anzi adunò tutta la sua gente, e con essa si accampò in Iaas, e combattè con Israele. E il Signore Iddio d'Israele diede Sihon, e tutta la sua gente, nelle mani degl'Israeliti, i quali li percossero, e conquistarono tutto il paese degli Amorrei, che abitavano in quel paese. Conquistarono eziandio tutti i confini degli Amorrei, dall'Arnon fino a Iabboc, e dal deserto fino al Giordano. Ora dunque, avendo il Signore Iddio d'Israele cacciati gli Amorrei d'innanzi ad Israele, suo popolo, possederesti tu il lor paese? Non possederesti tu ciò che Chemos, tuo dio, ti avrebbe dato a possedere? noi altresì possederemo il paese di tutti quelli che il Signore Iddio nostro avrà cacciati d'innanzi a noi. Ed ora vali tu in alcun modo meglio che Balac, figliuolo di Sippor, re di Moab? contese egli con Israele, o fecegli guerra? Essendo Israele dimorato in Hesbon, e nelle terre del suo territorio, e in Aroer, e nelle terre del suo territorio, e in tutte le città che sono lungo l'Arnon, lo spazio di trecent'anni, perchè non le avete voi riscosse in quel tempo? E anche io non t'ho offeso; e tu procedi malvagiamente inverso me, guerreggiando contro a me. Il Signore, che è il Giudice, giudichi oggi fra i figliuoli d'Israele e i figliuoli di Ammon. Ma il re de' figliuoli di Ammon non attese alle parole, che Iefte gli avea mandato a dire. E lo Spirito del Signore fu sopra Iefte, ed egli traversò Galaad e Manasse, e passò in Mispe di Galaad, e di Mispe di Galaad passò a' figliuoli di Ammon. E Iefte votò un voto al Signore, e disse: Se pur tu mi dài i figliuoli di Ammon nelle mani; quando io ritornerò in pace da' figliuoli di Ammon, ciò che uscirà dell'uscio di casa mia sarà del Signore, e io l'offerirò in olocausto. Iefte adunque passò a' figliuoli di Ammon, per combatter con loro; e il Signore li diede nelle mani di esso. Ed egli li percosse d'una grandissima sconfitta, da Aroer fino a Minnit, venti città; e fino alla pianura delle vigne. E così i figliuoli di Ammon furono abbassati dinanzi ai figliuoli d'Israele. Ora, come Iefte ritornava a casa sua in Mispe, ecco, la sua figliuola gli uscì incontro con tamburi, e con flauti; or ella era unica e sola, ed egli non avea altri proceduto da lui, nè figliuolo, nè figliuola. E, come egli la vide, stracciò i suoi vestimenti, e disse: Ahi! figliuola mia; tu mi hai affatto abbattuto, e sei di quelli che mi conturbano; conciossiachè io abbia aperta la mia bocca al Signore, e non possa ritrarmene. Ed ella gli disse: Padre mio, se pur tu hai aperta la bocca al Signore, fammi come t'è uscito di bocca; poichè il Signore ha fatte le tue vendette sopra i figliuoli di Ammon, tuoi nemici. Poi disse a suo padre: Facciamisi questo: Lasciami per due mesi, acciocchè io vada su e giù per li monti, e pianga la mia verginità, con le mie compagne. Ed egli le disse: Va'. Così la lasciò andare per due mesi. Ed ella andò con le sue compagne, e pianse la sua verginità su per li monti. E, al termine di due mesi, ella ritornò a suo padre, ed egli le fece secondo il voto ch'egli avea votato. Or ella non avea conosciuto uomo. E di qui nacque l'usanza in Israele, che le figliuole d'Israele andavano ogni anno a far lamento della figliuola di Iefte Galaadita, quattro giorni dell'anno.