Atti degli Apostoli 2:5-15
Atti degli Apostoli 2:5-15 Nuova Riveduta 2006 (NR06)
Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. E si stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa? Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti si stupivano ed erano perplessi, dicendo l’un l’altro: «Che cosa significa questo?» Ma altri li deridevano e dicevano: «Sono pieni di vino dolce». Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e ascoltate attentamente le mie parole. Questi non sono ubriachi, come voi supponete, perché è soltanto la terza ora del giorno
Atti degli Apostoli 2:5-15 Nuova Riveduta 1994 (NR94)
Or a *Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. E tutti stupivano e si meravigliavano, dicendo: «Tutti questi che parlano non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natía? Noi Parti, Medi, *Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della *Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'*Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto Giudei che *proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi l'uno all'altro: «Che cosa significa questo?» Ma altri li deridevano e dicevano: «Sono pieni di vino dolce». Ma *Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro cosí: «Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e ascoltate attentamente le mie parole. Questi non sono ubriachi, come voi supponete, perché è soltanto la terza *ora del giorno
Atti degli Apostoli 2:5-15 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)
A Gerusalemme c’erano Ebrei, uomini molto religiosi, venuti da tutte le parti del mondo. Appena si sentì quel rumore, si radunò una gran folla e non sapevano che cosa pensare. Ciascuno infatti li sentiva parlare nella propria lingua. Erano pieni di meraviglia e di stupore e dicevano: «Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? Come mai allora ciascuno di noi li sente parlare nella sua lingua nativa? Noi apparteniamo a popoli diversi: Parti, Medi e Elamiti. Alcuni di noi vengono dalla Mesopotamia, dalla Giudea e dalla Cappadòcia, dal Ponto e dall’Asia, dalla Frigia e dalla Panfilia, dall’Egitto e dalla Cirenaica, da Creta e dall’Arabia. C’è gente che viene perfino da Roma: alcuni sono nati ebrei, altri invece si sono convertiti alla religione ebraica. Eppure tutti li sentiamo annunziare, ciascuno nella sua lingua, le grandi cose che Dio ha fatto». Se ne stavano lì pieni di meraviglia e non sapevano che cosa pensare. Dicevano gli uni agli altri: «Che significato avrà tutto questo?». Altri invece ridevano e dicevano: «Sono completamente ubriachi». Allora Pietro si alzò insieme con gli altri undici *apostoli. A voce alta parlò così: «Uomini di Giudea e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme: ascoltate attentamente le mie parole e saprete che cosa sta accadendo. Questi uomini non sono affatto ubriachi, come voi pensate, — tra l’altro è presto: sono solo le nove del mattino.
Atti degli Apostoli 2:5-15 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)
Or in Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini religiosi, d'ogni nazione di sotto il cielo. Ora, essendosi fatto quel suono, la moltitudine si radunò, e fu confusa; perciocchè ciascun di loro li udiva parlar nel suo proprio linguaggio. E tutti stupivano, e si maravigliavano, dicendo gli uni agli altri: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? Come adunque li udiam noi parlare ciascuno nel nostro proprio natio linguaggio? Noi Parti, e Medi, ed Elamiti, e quelli che abitiamo in Mesopotamia, in Giudea, ed in Cappadocia, in Ponto, e nell'Asia; nella Frigia, e nella Panfilia; nell'Egitto, e nelle parti della Libia ch' è di rincontro a Cirene; e noi avveniticci Romani; e Giudei, e proseliti; Cretesi, ed Arabi; li udiamo ragionar le cose grandi di Dio ne' nostri linguaggi. E tutti stupivano, e ne stavan sospesi, dicendo l'uno all'altro: Che vuol esser questo? Ma altri, cavillando, dicevano: Son pieni di vin dolce. MA Pietro, levatosi in piè, con gli undici, alzò la sua voce, e ragionò loro, dicendo: Uomini Giudei, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, siavi noto questo, e ricevete le mie parole ne' vostri orecchi. Perciocchè costoro non son ebbri, come voi stimate, poichè non sono più che le tre ore del giorno.