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Primo libro di Samuele 21:1-15

Primo libro di Samuele 21:1-15 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Davide andò a Nob dal sacerdote Aimelec; Aimelec gli venne incontro turbato e gli disse: «Perché sei solo e non hai nessuno con te?» Davide rispose al sacerdote Aimelec: «Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto: “Nessuno sappia nulla dell’affare per cui ti mando e dell’ordine che ti ho dato”; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo. Ora che hai qui a portata di mano? Dammi cinque pani o quelli che si potrà trovare». Il sacerdote rispose a Davide e disse: «Non ho sotto mano del pane comune, ma c’è del pane consacrato; i giovani si sono almeno astenuti da contatto con donne?» Davide rispose al sacerdote: «Da quando sono partito, tre giorni fa, siamo rimasti senza donne, e quanto ai vasi della mia gente, erano puri; e se anche la nostra missione è profana, essa sarà oggi santificata da quel che si porrà nei vasi». Allora il sacerdote gli diede del pane consacrato, perché non c’era là altro pane tranne quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza del SIGNORE, perché fosse sostituito con pane caldo nel momento in cui veniva preso. Quel giorno uno dei servi di Saul si trovava là trattenuto in presenza del SIGNORE; si chiamava Doeg, era edomita e capo dei pastori di Saul. Davide disse ad Aimelec: «Non hai qui disponibile una lancia o una spada? Perché io non ho preso con me né la mia spada né le mie armi, tanto premeva l’incarico del re». Il sacerdote rispose: «C’è la spada di Goliat, il Filisteo, che tu uccidesti nella valle dei terebinti; è là avvolta in un panno dietro l’efod; se la vuoi prendere, prendila, perché qui non ce n’è altra all’infuori di questa». Davide disse: «Nessuna è pari a quella; dammela!» Allora Davide si alzò, e quel giorno riprese a fuggire lontano da Saul e andò da Achis, re di Gat. I servi del re dissero ad Achis: «Non è questi Davide, il re del paese? Non è egli colui del quale si cantava nelle danze: “Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila?”». Davide si tenne in cuore queste parole e temette Achis, re di Gat. Mutò il suo modo di fare in loro presenza, faceva il pazzo in mezzo a loro, tracciava dei segni sui battenti delle porte e si lasciava scorrere la saliva sulla barba. Achis disse ai suoi servitori: «Guardate, è un pazzo. Perché me lo avete condotto? Mi mancano forse dei pazzi, che mi avete condotto questo a fare il pazzo in mia presenza? Costui non entrerà in casa mia!»

Primo libro di Samuele 21:1-15 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

*Davide andò a Nob dal *sacerdote Achimelec; Achimelec gli venne incontro turbato e gli disse: «Perché sei solo e non hai nessuno con te?» Davide rispose al sacerdote Achimelec: «Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto: “nessuno sappia nulla dell'affare per cui ti mando e dell'ordine che ti ho dato”; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo. Ora che hai qui a portata di mano? Dammi cinque pani o quelli che si potrà trovare». Il sacerdote rispose a Davide, e disse: «Non ho sotto mano del pane comune, ma c'è del pane consacrato; i giovani si sono almeno astenuti da contatto con donne?» Davide rispose al sacerdote: «Da quando sono partito, tre giorni fa, siamo rimasti senza donne, e quanto ai vasi della mia gente erano puri; e se anche la nostra missione è profana, essa sarà oggi santificata da quel che si porrà nei vasi». Allora il sacerdote gli diede del *pane consacrato, perché non c'era là altro pane tranne quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza del Signore, perché fosse sostituito con pane caldo nel momento in cui veniva preso. Quel giorno, uno dei servi di *Saul si trovava là trattenuto in presenza del Signore; si chiamava Doeg, era *edomita, e capo dei pastori di Saul. Davide disse ad Achimelec: «Non hai qui disponibile una lancia o una spada? Perché io non ho preso con me né la mia spada né le mie armi, tanto premeva l'incarico del re». Il sacerdote rispose: «C'è la spada di Goliat, il *Filisteo, che tu uccidesti nella valle dei terebinti; è là avvolta in un panno dietro l'*efod; se la vuoi prendere, prendila, perché qui non ce n'è altra all'infuori di questa». Davide disse: «Nessuna è pari a quella; dammela!». Allora Davide si alzò, e quel giorno riprese a fuggire lontano da Saul e andò da Achis, re di Gat. I servi del re dissero ad Achis: «Non è questi Davide, il re del paese? Non è egli colui del quale si cantava nelle danze: “Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila?”» Davide si tenne in cuore queste parole e temette Achis, re di Gat. Mutò il suo modo di fare in loro presenza, faceva il pazzo in mezzo a loro, tracciava dei segni sui battenti delle porte e si lasciava scorrere la saliva sulla barba. Achis disse ai suoi servitori: «Guardate, è un pazzo. Perché me l'avete condotto? Mi mancano forse dei pazzi, che mi avete condotto questo a fare il pazzo in mia presenza? Costui non entrerà in casa mia!»

Primo libro di Samuele 21:1-15 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Dopo che Giònata fu tornato in città, Davide andò a Nob dal sacerdote Achimèlec. Quest’ultimo fu molto sorpreso di vederlo e gli chiese: — Come mai sei qui da solo, senza un compagno? — Devo eseguire un ordine del re, — rispose Davide; — nessuno deve sapere che incarico mi ha dato, così egli ha stabilito. Ai miei uomini ho detto di aspettarmi in un certo posto. Piuttosto, tu hai qualcosa da mangiare? Dammi cinque pani o quel che hai. — Non ho pane ordinario, — rispose il sacerdote Achimèlec; — ma solo pani sacri. Posso darteli per i tuoi uomini, se essi non hanno avuto di recente rapporti con donne. Davide gli rispose: — Con donne non ci fu permesso andare dall’altro ieri, quando sono partito. I miei uomini sono in armi e seguono le regole di purità. Anche se il mio incarico è di altro genere, rispettiamo la purità dei soldati in armi. Allora il sacerdote diede a Davide i pani sacri perché non ne aveva altri. Erano i pani offerti al Signore che erano stati ritirati dalla tavola per essere sostituiti con altri freschi. Nel santuario c’era quel giorno un uomo al servizio di Saul, che compiva un suo dovere religioso. Si chiamava Doeg e veniva da Edom, era il più bravo dei pastori di Saul. Davide disse ancora ad Achimèlec: — Per caso, non hai sottomano una lancia o una spada? Non ho fatto in tempo ad andare a prendere la mia spada o un’arma, perché l’ordine del re era urgentissimo. Il sacerdote rispose: — C’è solo la spada di Golia, il Filisteo che tu hai ucciso nella valle del Terebinto. È dietro l’efod sacerdotale, avvolta in un mantello. Se ti va bene, prendila: è l’unica arma che abbiamo qui. — Dammela, — disse Davide, — non c’è spada migliore di quella. Quello stesso giorno Davide proseguì la sua fuga lontano da Saul e andò da Achis, re della città filistea di Gat. Un giorno i ministri dissero al re: «Quest’uomo non è forse Davide? Egli è come un re nella sua terra: è per lui che le donne cantavano: “Saul ha ucciso mille nemici e Davide dieci volte mille!”». Quei discorsi preoccuparono Davide, ed egli cominciò ad aver molta paura di Achis re di Gat. Allora adottò in pubblico un comportamento strano e cominciò ad agire davanti a loro come un pazzo: si mise a fare strani segni sulle porte della città e si lasciava colare la saliva sulla barba. Il re Achis disse ai suoi ministri: «Vedete anche voi che quest’uomo è pazzo: perché l’avete lasciato venire qui?

Primo libro di Samuele 21:1-15 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR Davide venne in Nob, al Sacerdote Ahimelec; ed Ahimelec fu spaventato del suo incontro, e gli disse: Perchè sei tu solo, e non v'è alcuno teco? E Davide disse al Sacerdote Ahimelec: Il re m'ha comandato qualche cosa, e m'ha detto: Niuno sappia nulla di ciò perchè io ti mando, e di ciò che t'ho ordinato. E, quant'è a'  miei fanti, io li ho assegnati a trovarsi in un certo luogo. Ora dunque, che hai a mano? dammi cinque pani, o ciò che tu potrai. E il Sacerdote rispose a Davide, e disse: Io non ho a mano alcun pan comune, ma bene ho del pane sacro; i fanti si sono eglino almen guardati da donne? E Davide rispose al Sacerdote, e gli disse: Anzi le donne sono state appartate da noi dall'altro ieri che io partii; e gli arnesi de' fanti già erano santi; benchè il nostro viaggio sia per affare che non è sacro; quanto più adunque sarà oggi quel pane tenuto santamente fra i nostri arnesi? Il Sacerdote adunque gli diè del pane sacro; perciocchè quivi non era altro pane che i pani di presenza, ch'erano stati levati d'innanzi al Signore, per mettervi de' pani caldi, il giorno stesso che quelli si erano levati. Or in quel dì un uomo de' servitori di Saulle, il cui nome era Doeg, Idumeo, il principale de' mandriani di Saulle, era quivi rattenuto davanti al Signore. E Davide disse ad Ahimelec: Non hai tu qui a mano alcuna lancia o spada? perciocchè io non ho presa meco nè la mia spada, nè le mie armi; perchè l'affare del re premeva. E il Sacerdote rispose: Io ho la spada di Goliat Filisteo, il qual tu percotesti nella valle di Ela; ecco, ella è involta in un drappo dietro all'Efod; se tu te la vuoi pigliare, pigliala; perciocchè qui non ve n'è alcuna altra, se non quella. E Davide disse: Non ve n'è alcuna pari; dammela. Allora Davide si levò, e in quel giorno se ne fuggì d'innanzi a Saulle, e venne ad Achis, re di Gat. E i servitori di Achis gli dissero: Non è costui Davide, re del paese? Non è egli costui, del quale si cantava nelle danze, dicendo: Saulle ne ha percossi i suoi mille, E Davide i suoi diecimila? E Davide si mise queste parole nel cuore, e temette grandemente di Achis, re di Gat. Ed egli si contraffece in lor presenza, e s'infinse pazzo fra le lor mani; e segnava gli usci della porta, e si scombavava la barba. Ed Achis disse a' suoi servitori: Ecco, voi vedete un uomo insensato; perchè me l'avete voi menato? Mi mancano forse insensati, che voi mi avete menato costui, per far l'insensato appresso di me? entrerebbe costui in casa mia?