Logo YouVersion
Icona Cerca

Primo libro di Samuele 15:1-29

Primo libro di Samuele 15:1-29 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Samuele disse a Saul: «Il SIGNORE mandò me per ungerti re del suo popolo, d’Israele; ascolta dunque quel che ti dice il SIGNORE. Così parla il SIGNORE degli eserciti: “Io ricordo ciò che Amalec fece a Israele quando gli si oppose nel viaggio mentre saliva dall’Egitto. Ora va’, sconfiggi Amalec, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini”». Saul dunque convocò il popolo e ne fece la rassegna a Telaim: erano duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda. Saul giunse alla città di Amalec, pose un’imboscata nella valle e disse ai Chenei: «Andatevene, ritiratevi, allontanatevi dagli Amalechiti, perché io non vi distrugga insieme a loro; infatti voi vi comportaste amichevolmente verso tutti i figli d’Israele quando salirono dall’Egitto». Così i Chenei si ritirarono dagli Amalechiti. Saul sconfisse gli Amalechiti da Avila fino a Sur, che sta di fronte all’Egitto; prese vivo Agag, re degli Amalechiti, e votò allo sterminio tutto il popolo, passandolo a fil di spada. Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio delle pecore, dei buoi e degli animali della seconda figliatura, gli agnelli e tutto quel che c’era di buono; non vollero votarli allo sterminio, ma votarono allo sterminio ogni cosa senza valore e inutile. Allora la parola del SIGNORE fu rivolta a Samuele, dicendo: «Io mi pento di avere stabilito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha eseguito i miei ordini». Samuele ne fu irritato e gridò al SIGNORE tutta la notte. Poi si alzò la mattina di buon’ora e andò a incontrare Saul; ma vennero a dire a Samuele: «Saul è andato a Carmel, e là si è fatto un monumento; poi se n’è ritornato e, passando da un’altra parte, è sceso a Ghilgal». Samuele andò da Saul; e Saul gli disse: «Il SIGNORE ti benedica! Ho eseguito l’ordine del SIGNORE». Samuele disse: «Che cos’è dunque questo belar di pecore che mi giunge agli orecchi e questo muggire di buoi che sento?» Saul rispose: «Sono bestie condotte dal paese degli Amalechiti; perché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e dei buoi per farne dei sacrifici al SIGNORE, al tuo Dio; il resto, però, lo abbiamo votato allo sterminio». Allora Samuele disse a Saul: «Basta! Io ti annuncerò quel che il SIGNORE mi ha detto stanotte». Saul gli disse: «Parla». Samuele disse: «Non è forse vero che quando ti consideravi piccolo sei diventato capo delle tribù d’Israele, e il SIGNORE ti ha unto re d’Israele? Il SIGNORE ti aveva affidato una missione, dicendo: “Va’, vota allo sterminio quei peccatori degli Amalechiti, e fa’ loro guerra finché siano sterminati”. Perché dunque non hai ubbidito alla voce del SIGNORE? Perché ti sei gettato sul bottino e hai fatto ciò che è male agli occhi del SIGNORE?» Saul disse a Samuele: «Ma io ho ubbidito alla voce del SIGNORE, ho compiuto la missione che il SIGNORE mi aveva affidata, ho condotto qui Agag, re di Amalec, e ho votato allo sterminio gli Amalechiti; ma il popolo ha preso, fra il bottino, delle pecore e dei buoi come primizie di ciò che doveva essere sterminato, per farne dei sacrifici al SIGNORE, al tuo Dio, a Ghilgal». Samuele disse: «Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’ubbidire alla sua voce? No, l’ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni; infatti la ribellione è come il peccato della divinazione, e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Poiché tu hai rigettato la parola del SIGNORE, anch’egli ti rigetta come re». Allora Saul disse a Samuele: «Ho peccato, perché ho trasgredito il comandamento del SIGNORE e le tue parole, perché ho temuto il popolo e ho dato ascolto alla sua voce. Ti prego dunque, perdona il mio peccato, ritorna con me e mi prostrerò davanti al SIGNORE». Ma Samuele disse a Saul: «Non ritornerò con te, poiché hai rigettato la parola del SIGNORE e il SIGNORE ha rigettato te perché tu non regni più sopra Israele». Come Samuele si voltava per andarsene, Saul lo prese per il lembo del mantello, che si strappò. Allora Samuele gli disse: «Il SIGNORE strappa oggi di dosso a te il regno d’Israele e lo dà a un altro, migliore di te. Colui che è la gloria d’Israele non mentirà e non si pentirà; egli infatti non è un uomo perché debba pentirsi».

Primo libro di Samuele 15:1-29 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

*Samuele disse a *Saul: «Il Signore mandò me per ungerti re del suo popolo, d'*Israele; ascolta dunque quel che ti dice il Signore. Cosí parla il Signore degli eserciti: “Io ricordo ciò che *Amalec fece a Israele quando gli si oppose nel viaggio mentre saliva dall'Egitto. Ora va', sconfiggi Amalec, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini”». Saul dunque convocò il popolo e ne fece la rassegna a Telaim: erano duecentomila fanti e diecimila uomini di *Giuda. Saul giunse alla città di Amalec, pose un'imboscata nella valle e disse ai Chenei: «Andatevene, ritiratevi, allontanatevi dagli Amalechiti, perché io non vi distrugga insieme a loro; infatti voi vi comportaste amichevolmente verso tutti i figli d'Israele quando salirono dall'Egitto». Cosí i Chenei si ritirarono dagli Amalechiti. Saul sconfisse gli Amalechiti da Avila fino a Sur, che sta di fronte all'Egitto; prese vivo *Agag, re degli Amalechiti, e votò allo sterminio tutto il popolo, passandolo a fil di spada. Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio delle pecore, dei buoi, gli animali della seconda figliatura, gli agnelli e tutto quel che c'era di buono; non vollero votarli allo sterminio, ma votarono allo sterminio ogni cosa senza valore e inutile. Allora la parola del Signore fu rivolta a Samuele, dicendo: «Io mi pento di avere stabilito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha eseguito i miei ordini». Samuele ne fu irritato e gridò al Signore tutta la notte. Poi si alzò la mattina di buon'ora e andò a incontrare Saul; ma vennero a dire a Samuele: «Saul è andato a *Carmel, e là si è fatto un monumento; poi se n'è ritornato e, passando da un'altra parte, è sceso a *Ghilgal». Samuele andò da Saul; e Saul gli disse: «Il Signore ti benedica! Ho eseguito l'ordine del Signore». Samuele disse: «Che cos'è dunque questo belar di pecore che mi giunge agli orecchi e questo muggire di buoi che sento?» Saul rispose: «Sono bestie condotte dal paese degli Amalechiti; perché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e dei buoi per farne dei sacrifici al Signore, al tuo Dio; il resto, però, l'abbiamo votato allo sterminio». Allora Samuele disse a Saul: «Basta! Io ti annunzierò quel che il Signore mi ha detto stanotte». Saul gli disse: «Parla». Samuele disse: «Non è forse vero che quando ti consideravi piccolo sei diventato capo delle tribú d'Israele, e il Signore ti ha unto re d'Israele? Il Signore ti aveva affidato una missione, dicendo: “Va', vota allo sterminio quei peccatori degli Amalechiti, e fa' loro guerra finché siano sterminati”. Perché dunque non hai ubbidito alla voce del Signore? Perché ti sei gettato sul bottino e hai fatto ciò che è male agli occhi del Signore?» Saul disse a Samuele: «Ma io ho ubbidito alla voce del Signore, ho compiuto la missione che il Signore mi aveva affidata, ho condotto qui Agag, re di Amalec, e ho votato allo sterminio gli Amalechiti; ma il popolo ha preso, fra il bottino, delle pecore e dei buoi come primizie di ciò che doveva essere sterminato, per farne dei sacrifici al Signore, al tuo Dio, a Ghilgal». Samuele disse: «Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale piú che il grasso dei montoni; infatti la ribellione è come il peccato della *divinazione, e l'ostinatezza è come l'adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Poiché tu hai rigettato la parola del Signore, anch'egli ti rigetta come re». Allora Saul disse a Samuele: «Ho peccato, perché ho *trasgredito il comandamento del Signore e le tue parole, perché ho temuto il popolo, e ho dato ascolto alla sua voce. Ti prego dunque, perdona il mio peccato, ritorna con me e mi prostrerò davanti al Signore». Ma Samuele disse a Saul: «Non ritornerò con te, poiché hai rigettato la parola del Signore e il Signore ha rigettato te perché tu non regni piú sopra Israele». Come Samuele si voltava per andarsene, Saul lo prese per il lembo del mantello, che si strappò. Allora Samuele gli disse: «Il Signore strappa oggi di dosso a te il regno d'Israele e lo dà a un altro, migliore di te. Colui che è la gloria d'Israele non mentirà e non si pentirà; egli infatti non è un uomo perché debba pentirsi».

Primo libro di Samuele 15:1-29 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Un giorno Samuele disse a Saul: «Il Signore ha mandato me per consacrarti re del suo popolo, Israele. Ora, dunque, ascolta le parole del Signore. Così dice il Signore dell'universo: Vengo a chiedere conto al popolo degli Amaleciti di quello che ha fatto a Israele, quando gli sbarrò la strada mentre usciva dall’Egitto. Ora va’ e colpisci gli Amaleciti: sterminerai tutto quel che appartiene loro. Non avere pietà: uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini». Saul radunò l’esercito e lo passò in rassegna a Telaìm: erano duecentomila fanti più diecimila della tribù di Giuda. Saul avanzò fino alla città di Amalèk e preparò un’imboscata nel letto del torrente. Inoltre disse ai Keniti: «Non restate insieme con gli Amaleciti, separatevi da loro. Non voglio farvi subire la stessa sorte, perché voi avete agito bene nei confronti degli Israeliti quando uscirono dall’Egitto». I Keniti si separarono così dagli Amaleciti. Allora Saul colpì gli Amaleciti da Avìla fino a Sur, presso il confine egiziano. Fece prigioniero Agag, re di Amalèk, mentre sterminò tutto il popolo uccidendolo con la spada. Saul e i soldati risparmiarono non solo Agag, ma anche le pecore e i buoi migliori, gli animali da ingrasso e gli agnelli: si rifiutarono insomma di sterminare tutto il bestiame di valore, sterminarono invece tutta la roba inutile e scadente. Allora il Signore si rivolse a Samuele: «Mi pento, — disse, — di aver scelto Saul come re, perché si è allontanato da me e non ha seguito i miei ordini». Samuele restò turbato e per tutta la notte continuò a implorare il Signore. Il giorno dopo, la mattina presto, partì per andare a trovare Saul. Gli dissero: «Saul è andato al villaggio di Carmel, si è fatto costruire un monumento ed è ripartito per Gàlgala». Samuele lo raggiunse e Saul gli disse: — Il Signore ti benedica. Ho fatto tutto quel che aveva ordinato il Signore. — Ma, — domandò Samuele, — come mai allora sento pecore belare e buoi muggire? Saul rispose: — Sono stati i soldati a risparmiare le pecore e i buoi migliori degli Amaleciti. Li hanno condotti qui per offrirli in sacrificio al Signore tuo Dio; il resto però l’abbiamo sterminato. — Ora basta! — disse Samuele, — adesso ti annunzio io quel che il Signore mi ha fatto sapere questa notte. — Parla, — disse Saul. Samuele riprese: — Tu ora sei il capo delle tribù d'Israele, anche se tu stesso ti consideri una persona senza importanza. Il Signore ti ha consacrato re d'Israele e ti ha mandato con l’incarico di distruggere questi Amaleciti peccatori con una guerra totale di sterminio. Perché, dunque, non hai ascoltato la voce dei Signore e ti sei gettato a fare bottino? In questo modo sei andato contro la sua volontà. — Ma io ho ubbidito alla parola dei Signore, — replicò Saul; — ho eseguito l’incarico con cui mi aveva mandato: ho sterminato gli Amaleciti e ho fatto prigioniero il loro re Agag. I soldati hanno trattenuto dal bottino pecore e buoi, la parte migliore di quel che si doveva sterminare, ma soltanto per offrirli in sacrificio al Signore tuo Dio a Gàlgala. Samuele esclamò: — Gradisce forse il Signore le offerte e i sacrifici più dell'ubbidienza alla sua parola? Meglio del sacrificio è ubbidire: essere docili a lui vale più che offrire animali di pregio. La disubbidienza è grave come ricorrere a indovini, come ribellarsi, come la peggiore idolatria. Tu hai respinto la parola del Signore, il Signore ti respinge come re. — Ho peccato, — disse Saul a Samuele; — ho disubbidito all’ordine del Signore e alle tue parole, ho avuto paura dei soldati e ho ascoltato le loro richieste. Ma ora ti prego, perdona il mio peccato e torna a me e io potrò di nuovo adorare il Signore. Ma Samuele gli rispose: — No, non tornerò a te, poiché tu hai respinto la parola del Signore, e il Signore ti ha respinto come re d'Israele. Samuele si voltò per andarsene, ma Saul gli afferrò il mantello e un pezzo si strappò. Allora Samuele gli disse: — Così oggi il Signore ha strappato via da te il regno d'Israele per darlo a un altro migliore di te. Egli, «Colui che è la gloria d'Israele», non è come gli uomini: non mente, non si pente e non ritorna sulle sue decisioni.

Primo libro di Samuele 15:1-29 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR Samuele disse a Saulle: Il Signore mi ha mandato per ungerti per re sopra il suo popolo, sopra Israele; ora dunque ascolta la voce delle parole del Signore. Così dice il Signore degli eserciti: Io mi son rammemorato ciò che Amalec fece ad Israele, come egli se gli oppose tra via, quando egli salì fuor di Egitto. Ora va', e percuoti Amalec, e distruggete al modo dell'interdetto tutto ciò che è suo; e non risparmiarlo; anzi fa' morire uomini e donne, fanciulli e bambini di poppa, buoi e pecore, cammelli ed asini. Saulle adunque raunò il popolo, e ne fece la rassegna in Telaim, in numero di dugentomila uomini a piè, e di diecimila di Giuda. E Saulle venne fino alla città di Amalec, e pose agguati nella valle. E Saulle disse a' Chenei: Andate, partitevi, scendete del mezzo degli Amalechiti; che talora io non vi distrugga con loro; avendo pur voi usata benignità inverso tutti i figliuoli d'Israele, quando salirono fuor di Egitto. I Chenei adunque si partirono di mezzo gli Amalechiti. E Saulle percosse gli Amalechiti da Havila fino a Sur, che è a fronte all'Egitto. E prese vivo Agag, re degli Amalechiti; ma distrusse tutto il popolo al modo dell'interdetto, mettendolo a fil di spada. E Saulle, e il popolo, risparmiarono Agag, e il meglio delle pecore, e i buoi appaiati, e i montoni, e tutto ciò ch'era buono; e non vollero distruggere queste cose; ben distrussero ogni cosa vile e cattiva. Allora la parola del Signore fu indirizzata a Samuele, dicendo: Io mi pento d'aver costituito re Saulle; perciocchè egli si è rivolto indietro da me, e non ha messe ad esecuzione le mie parole. E Samuele ne fu molto cruccioso, e gridò al Signore tutta quella notte. Poi Samuele si levò la mattina, per andare incontro a Saulle. Ed egli fu rapportato e detto a Samuele: Saulle è venuto in Carmel; ed ecco, egli si ha rizzato un trofeo; poi se n'è ritornato, ed è passato oltre, ed è disceso in Ghilgal. Samuele adunque venne a Saulle. E Saulle disse a Samuele: Sii tu benedetto appo il Signore; io ho messa ad esecuzione la parola del Signore. E Samuele disse: Che belar di pecore dunque è questo che mi viene agli orecchi? e che mugghiar di buoi è questo che io odo? E Saulle disse: Queste bestie sono state menate dal paese degli Amalechiti; perciocchè il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e de' buoi, per farne sacrificio al Signore Iddio tuo; ma abbiamo distrutto il rimanente al modo dell'interdetto. E Samuele disse a Saulle: Permetti che io ti dichiari ciò che il Signore mi ha detto questa notte. Ed egli gli disse: Parla pure. E Samuele disse: Non è egli così, che, quando tu ti sei reputato piccolo, tu sei stato costituito capo delle tribù d'Israele, e il Signore ti ha unto per re sopra Israele? Ora il Signore ti avea mandato a questa impresa, e ti avea detto: Va', distruggi que' peccatori, gli Amalechiti, e fa' loro guerra finchè sieno consumati. Perchè dunque non hai tu ubbidito alla voce del Signore? anzi ti sei rivolto alla preda, ed hai fatto ciò che dispiace al Signore? E Saulle disse a Samuele: Io ho pure ubbidito alla voce del Signore, e sono andato all'impresa, alla quale il Signore mi ha mandato, e ne ho menato Agag, re di Amalec, ed ho distrutti gli Amalechiti al modo dell'interdetto. Ma il popolo ha preso, d'infra la preda, buoi e pecore, il meglio dell'interdetto, per farne sacrificio al Signore Iddio tuo, in Ghilgal. E Samuele disse: Il Signore ha egli a grado gli olocausti e i sacrificii, come che si ubbidisca alla sua voce? Ecco, ubbidire val meglio che sacrificio; e prestare attenzione val meglio che grasso di montoni. Perciocchè la ribellione è pari al peccato dell'indovinare; e il trasgredire è pari al peccato che si commette intorno agl' idoli ed alle immagini. Perciocchè tu hai sdegnata la parola del Signore, egli altresì ha sdegnato te, acciocchè tu non sii più re. Allora Saulle disse a Samuele: Io ho peccato; conciossiachè io abbia trasgredito il comandamento del Signore, e le tue parole; perciocchè io temeva del popolo, onde io acconsentii a ciò ch'egli disse. Ma ora, perdonami, ti prego, il mio peccato, e ritorna meco; ed io adorerò il Signore. E Samuele disse a Saulle: Io non ritornerò teco; perciocchè tu hai sdegnata la parola del Signore, e il Signore altresì ha sdegnato te, acciocchè tu non sii più re sopra Israele. E come Samuele si fu voltato per andarsene, Saulle prese il lembo del manto di esso, il quale si stracciò. E Samuele gli disse: Il Signore ha oggi stracciato d'addosso a te il regno d'Israele, e l'ha dato ad un tuo prossimo, ch'è miglior di te. Ed anche egli, che è la Vittoria d'Israele, non mentirà, e non si pentirà; perciocchè egli non è un uomo, per pentirsi.

YouVersion utilizza i cookie per personalizzare la tua esperienza. Utilizzando il nostro sito Web, accetti il nostro utilizzo dei cookie come descritto nella nostra Privacy Policy