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Primo libro dei Re 3:1-28

Primo libro dei Re 3:1-28 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

Salomone s’imparentò con il faraone, re d’Egitto. Sposò la figlia del faraone e la condusse nella città di Davide, finché egli avesse finito di costruire il suo palazzo, la casa del SIGNORE e le mura di cinta di Gerusalemme. Intanto il popolo continuava a offrire sacrifici sugli alti luoghi, perché fino a quei giorni non era stata costruita una casa al nome del SIGNORE. Salomone amava il SIGNORE e seguiva i precetti di Davide suo padre; soltanto offriva sacrifici e profumi sugli alti luoghi. Il re si recò a Gabaon per offrirvi sacrifici, perché quello era il principale fra gli alti luoghi; e su quell’altare Salomone offrì mille olocausti. A Gabaon il SIGNORE apparve di notte, in sogno, a Salomone. Dio gli disse: «Chiedi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone rispose: «Tu hai trattato con gran benevolenza il tuo servo Davide, mio padre, perché egli agiva davanti a te con fedeltà, con giustizia, con rettitudine di cuore a tuo riguardo; tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che siede sul trono di lui, come oggi avviene. Ora, o SIGNORE, mio Dio, tu hai fatto regnare me, tuo servo, al posto di Davide mio padre, e io sono giovane e non so come comportarmi. Io, tuo servo, sono in mezzo al popolo che tu hai scelto, popolo numeroso, che non può essere contato né calcolato tanto è grande. Da’ dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; perché chi mai potrebbe amministrare la giustizia per questo tuo popolo che è così numeroso?» Piacque al Signore che Salomone gli avesse fatto una tale richiesta. E Dio gli disse: «Poiché tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, né ricchezze, né la morte dei tuoi nemici, ma hai chiesto intelligenza per poter discernere ciò che è giusto, ecco, io faccio come tu hai detto, e ti do un cuore saggio e intelligente: nessuno è stato simile a te nel passato e nessuno sarà simile a te in futuro. Oltre a questo io ti do quello che non mi hai domandato: ricchezze e gloria, tanto che non vi sarà durante tutta la tua vita nessun re che possa esserti paragonato. Se cammini nelle mie vie, osservando le mie leggi e i miei comandamenti, come fece Davide tuo padre, io prolungherò i tuoi giorni». Salomone si svegliò e capì che era un sogno; tornò a Gerusalemme, si presentò davanti all’arca del patto del Signore e offrì olocausti, sacrifici di riconoscenza e fece un convito a tutti i suoi servitori. Allora due prostitute vennero a presentarsi davanti al re. Una delle due disse: «Permetti, mio signore! Io e questa donna abitavamo nella medesima casa, e io partorii mentre lei stava in casa. Il terzo giorno dopo il mio parto, partorì anche questa donna. Noi stavamo insieme, e non c’erano estranei; non c’eravamo che noi due in casa. Poi, durante la notte, il figlio di questa donna morì, perché lei gli si era coricata sopra. Lei, alzatasi nel cuore della notte, prese mio figlio dal mio fianco, mentre la tua serva dormiva, e lo adagiò sul suo seno, e sul mio seno mise il figlio suo morto. Quando mi sono alzata al mattino per allattare mio figlio, egli era morto; ma, guardandolo meglio a giorno chiaro, mi accorsi che non era il figlio che io avevo partorito». L’altra donna disse: «No, il figlio vivo è il mio e il morto è il tuo». Ma la prima replicò: «No, invece, il morto è il figlio tuo e il vivo è il mio». Così litigavano in presenza del re. Allora il re disse: «Una dice: “Questo che è vivo è mio figlio e quello che è morto è il tuo”; e l’altra dice: “No, invece, il morto è il figlio tuo e il vivo è il mio”». Il re ordinò: «Portatemi una spada!» E portarono una spada davanti al re. Il re disse: «Dividete il bambino vivo in due parti, e datene la metà all’una e la metà all’altra». Allora la donna a cui apparteneva il bambino vivo, sentendosi commuovere le viscere per suo figlio, disse al re: «Mio signore, date a lei il bambino vivo, e non uccidetelo, no!» Ma l’altra diceva: «Non sia mio né tuo; si divida!» Allora il re rispose: «Date a quella il bambino vivo, e non uccidetelo; lei è sua madre!» Tutto Israele udì parlare del giudizio che il re aveva pronunciato, ed ebbero rispetto per il re, perché vedevano che la sapienza di Dio era in lui per amministrare la giustizia.

Primo libro dei Re 3:1-28 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

*Salomone s'imparentò con il *faraone, re d'Egitto. Sposò la figlia del faraone e la condusse nella *città di Davide, finché egli avesse finito di costruire il suo palazzo, la casa del Signore e le mura di cinta di *Gerusalemme. Intanto il popolo continuava a offrire sacrifici sugli alti luoghi, perché fino a quei giorni non era stata costruita una casa al nome del Signore. Salomone amava il Signore e seguiva i precetti di Davide suo padre; soltanto offriva sacrifici e profumi sugli alti luoghi. Il re si recò a Gabaon per offrirvi sacrifici, perché quello era il principale fra gli alti luoghi; e su quell'altare Salomone offrí mille olocausti. A Gabaon, il Signore apparve di notte, in sogno, a Salomone. Dio gli disse: «Chiedi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone rispose: «Tu hai trattato con gran benevolenza il tuo servo Davide, mio padre, perché egli agiva davanti a te con fedeltà, con giustizia, con rettitudine di cuore a tuo riguardo; tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che siede sul trono di lui, come oggi avviene. Ora, o Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare me, tuo servo, al posto di Davide mio padre, e io sono giovane, e non so come comportarmi. Io, tuo servo, sono in mezzo al popolo che tu hai scelto, popolo numeroso, che non può essere contato né calcolato, tanto è grande. Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; perché chi mai potrebbe amministrare la giustizia per questo tuo popolo che è cosí numeroso?» Piacque al Signore che Salomone gli avesse fatto una tale richiesta. E Dio gli disse: «Poiché tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, né ricchezze, né la morte dei tuoi nemici, ma hai chiesto intelligenza per poter discernere ciò che è giusto, ecco, io faccio come tu hai detto; e ti do un cuore saggio e intelligente: nessuno è stato simile a te nel passato, e nessuno sarà simile a te in futuro. Oltre a questo io ti do quello che non mi hai domandato: ricchezze e gloria; tanto che non vi sarà durante tutta la tua vita nessun re che possa esserti paragonato. Se cammini nelle mie vie, osservando le mie leggi e i miei comandamenti, come fece Davide tuo padre, io prolungherò i tuoi giorni». Salomone si svegliò, e capí che era un sogno; tornò a Gerusalemme, si presentò davanti all'*arca del patto del Signore e offrí olocausti, sacrifici di riconoscenza e fece un convito a tutti i suoi servitori. Allora due prostitute vennero a presentarsi davanti al re. Una delle due disse: «Permetti, mio signore! Io e questa donna abitavamo nella medesima casa, e io partorii mentre lei stava in casa. Il terzo giorno dopo il mio parto, partorí anche questa donna. Noi stavamo insieme, e non c'erano estranei; non c'eravamo che noi due in casa. Poi, durante la notte, il figlio di questa donna morí, perché lei gli si era coricata sopra. Lei, alzatasi nel cuore della notte, prese mio figlio dal mio fianco, mentre la tua serva dormiva, e lo adagiò sul suo seno, e sul mio seno mise il figlio suo morto. Quando mi sono alzata al mattino per allattare mio figlio, egli era morto; ma, guardandolo meglio a giorno chiaro, mi accorsi che non era il figlio che io avevo partorito». L'altra donna disse: «No, il figlio vivo è il mio, e il morto è il tuo». Ma la prima replicò: «No, invece, il morto è il figlio tuo, e il vivo è il mio». Cosí litigavano in presenza del re. Allora il re disse: «Una dice: Questo che è vivo è mio figlio, e quello che è morto è il tuo; e l'altra dice: No, invece, il morto è il figlio tuo, e il vivo è il mio». Il re ordinò: «Portatemi una spada!» E portarono una spada davanti al re. Il re disse: «Dividete il bambino vivo in due parti, e datene la metà all'una, e la metà all'altra». Allora la donna, a cui apparteneva il bambino vivo, sentendosi commuovere le viscere per suo figlio, disse al re: «Mio signore, date a lei il bambino vivo, e non uccidetelo, no!» Ma l'altra diceva: «Non sia mio né tuo; si divida!» Allora il re rispose: «Date a quella il bambino vivo, e non uccidetelo; lei è sua madre!» Tutto *Israele udí parlare del giudizio che il re aveva pronunziato, ed ebbero rispetto per il re perché vedevano che la sapienza di Dio era in lui per amministrare la giustizia.

Primo libro dei Re 3:1-28 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (ICL00D)

Il re Salomone decise di fare alleanza con il faraone, re d'Egitto; così sposò una delle sue figlie. Finché non ebbe finito di costruire il suo palazzo, il tempio e le mura di Gerusalemme, Salomone la fece abitare nella Città di Davide. A quel tempo non era ancora stato costruito un tempio dedicato al Signore, e il popolo continuava a offrire sacrifici nei santuari sulle colline. Salomone amava il Signore ed era fedele alla volontà di suo padre Davide, eppure andò anche lui a offrire sacrifici e a bruciare incenso in quei luoghi. Un giorno Salomone andò a Gàbaon per offrire dei sacrifici. Gàbaon era il più importante dei santuari di quel territorio. Salomone aveva bruciato su quell’altare un migliaio di animali. Durante la notte, il Signore apparve in sogno a Salomone e gli disse: — Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò. Salomone rispose: — Tu hai sempre dimostrato un grande amore per mio padre Davide, e anche lui ha sempre agito nei tuoi confronti con lealtà, giustizia e sincerità. Tu hai sempre dato prova di questo tuo grande amore per lui e infine gli hai dato un figlio che oggi siede sul suo stesso trono. Signore, mio Dio, tu mi fai regnare al posto di Davide, mio padre, ma io sono ancora giovane e inesperto. Il popolo che hai scelto per te è così numeroso che non lo si può nemmeno contare. E io mi trovo a capo proprio di questo popolo! Ti prego. Dammi la saggezza necessaria per amministrare la giustizia tra il popolo e per distinguere il bene dal male. Senza il tuo aiuto, chi è capace di guidare il tuo popolo, che è così grande? La richiesta di Salomone piacque al Signore. Allora Dio gli disse: — Non mi hai chiesto di vivere a lungo, di diventare ricco o di far morire i tuoi nemici. Mi hai chiesto invece di saper amministrare la giustizia. Farò come hai detto, anzi ti darò tanta sapienza e intelligenza, come nessuno ne ha mai avute e mai potrà averne. Inoltre, anche se non me l’hai chiesto, ti darò tanta ricchezza e tanta gloria da superare quella degli altri re. Se mi sarai fedele, se osserverai le mie leggi e i miei comandamenti come ha fatto tuo padre, io ti darò anche una lunga vita. Salomone si svegliò e capì che Dio gli aveva parlato in sogno. Allora tornò a Gerusalemme, andò davanti all’arca dell'alleanza, offrì vari sacrifici e fece festa con tutti i suoi servi. Un giorno due prostitute vennero dal re Salomone. Una di loro disse: — Mio signore, ascoltami, ti prego. Io abito insieme con questa donna e ho partorito mentre lei era in casa. Tre giorni dopo, anche lei ha avuto un bambino. Eravamo sole in casa, non c’era proprio nessun altro. Una notte il bimbo di questa donna è morto perché lei gli si è sdraiata sopra nel sonno. Nel cuore della notte, mentre dormivo, lei si è alzata. È venuta a prendere mio figlio, che tenevo vicino a me, e l’ha portato a dormire con sé. Nel mio letto ha lasciato il bambino morto. Al mattino, quando mi sono alzata per allattare mio figlio, mi sono accorta che era morto. Poi ho guardato più attentamente e ho visto che non era il bambino che avevo partorito io. Ma l’altra donna esclamò: — Non è vero! Il bambino vivo è mio, il tuo è quello morto! La prima rispose: — No! È morto il tuo, quello vivo è il mio! Le due donne si misero a litigare davanti al re. Allora il re disse: — Dunque: una di voi dice che il bambino vivo è suo figlio, l’altra sostiene il contrario! Mandò a prendere una spada e ordinò: — Tagliate in due il bambino vivo e datene metà a ciascuna. La prima donna si sentì gelare il sangue, perché il bambino vivo era il suo, e gridò: — Ti prego, signore, da’ pure a lei il bambino, ma non farlo uccidere! L’altra invece rispose: — No, non darlo né a me né a lei. Fallo tagliare in due! A questo punto il re pronunziò il suo giudizio: — Non uccidete il bambino. Datelo alla prima donna: è lei la madre. In Israele tutti vennero a conoscenza della decisione presa dal re Salomone e provarono un profondo rispetto per lui. Si erano resi conto che Dio stesso gli aveva dato la saggezza necessaria per giudicare con giustizia.

Primo libro dei Re 3:1-28 Diodati Bibbia 1885 (DB1885)

OR Salomone s'imparentò con Faraone, re di Egitto; e prese la figliuola di Faraone, e la menò nella Città di Davide, finchè avesse compiuto di edificare la sua casa, e la Casa del Signore, e le mura di Gerusalemme d'ogn'intorno. Solo il popolo sacrificava sopra gli alti luoghi; perciocchè fino a que' dì non era stata edificata Casa al Nome del Signore. Ma pur Salomone amò il Signore, camminando negli statuti di Davide, suo padre; solo sacrificava, e faceva profumi sopra gli alti luoghi. IL re andò eziandio in Gabaon, per sacrificar quivi; perciocchè quello era il grande alto luogo. Salomone offerse mille olocausti sopra quell'Altare. E il Signore apparve a Salomone, in Gabaon, di notte, in sogno. E Iddio gli disse: Chiedi ciò che tu vuoi che io ti dia. E Salomone disse: Tu hai usata gran benignità inverso Davide, mio padre, tuo servitore, siccome egli è camminato davanti a te in lealtà, ed in giustizia, e in dirittura di cuore verso te; e tu gli hai ancora riserbata questa gran benignità, che tu gli hai dato un figliuolo che siede sopra il suo trono, come oggi appare. Ora dunque, Signore Iddio mio, tu hai costituito re me, tuo servitore, in luogo di Davide, mio padre; ed io sono un piccol fanciullo, e non so nè uscire nè entrare. E il tuo servitore è in mezzo del tuo popolo che tu hai eletto, ch'è un popolo grande, il quale, per la moltitudine, non si può contare, nè annoverare. Da' dunque al tuo servitore un cuore intendente, per giudicare il tuo popolo, per discernere tra il bene ed il male; perciocchè, chi potrebbe giudicare questo tuo popolo ch'è in così gran numero? E questo piacque al Signore, che Salomone avesse chiesta una tal cosa. E Iddio gli disse: Perciocchè tu hai chiesta questa cosa, e non hai chiesta lunga vita, nè ricchezze, nè la vita de' tuoi nemici; anzi hai chiesto di avere intelletto per essere intendente a giudicare; ecco, io fo secondo la tua parola; ecco, io ti do un cuor savio ed intendente; talchè nè davanti a te è stato, nè dopo te sorgerà alcuno pari a te. Ed oltre a ciò, io ti do quello che tu non mi hai chiesto, ricchezze e gloria; talchè fra i re non ne fu mai alcun tale, qual tu sarai tutto il tempo della tua vita. E se tu cammini nelle mie vie, per osservare i miei statuti ed i miei comandamenti, come è camminato Davide, tuo padre, io prolungherò il tempo della tua vita. E Salomone si svegliò, ed ecco un sogno. Poi se ne venne in Gerusalemme, e si presentò davanti all'Arca del Patto del Signore, ed offerse olocausti, e sacrificò sacrificii da render grazie; fece eziandio un convito a tutti i suoi servitori. Allora due donne meretrici vennero al re, e si presentarono davanti a lui. E l'una di loro disse: Ahi, signor mio! Io, e questa donna, dimoriamo in una stessa casa; or io partorii, stando con lei in quella casa. E il terzo giorno appresso che io ebbi partorito, questa donna partorì anch'essa; e noi stavamo insieme, e non vi era alcun forestiere con noi in casa; non vi era altri che noi due in casa. Ora, la notte passata, il figliuolo di questa donna è morto; perciocchè ella gli era giaciuta addosso. Ed ella s'è levata in mezzo alla notte, ed ha preso il mio figliuolo d'appresso a me, mentre la tua servente dormiva, e se l'ha posto a giacere in seno, e mi ha posto a giacere in seno il suo figliuolo morto. Ora io, levatami la mattina per allattare il mio figliuolo, ho trovato ch'era morto; ma, avendolo la mattina considerato, ecco, egli non era il mio figliuolo che io avea partorito. E l'altra donna disse: No; anzi il vivo è il mio figliuolo, e il morto è il tuo. E quell'altra diceva: No; anzi il morto è il tuo figliuolo, e il vivo è il mio figliuolo. Così parlavano in presenza del re. E il re disse: Costei dice: Questo che è vivo è il mio figliuolo, e il morto è il tuo; e colei dice: No; anzi il morto è il tuo figliuolo, e il vivo è il mio. Allora il re disse: Recatemi una spada. E fu portata una spada davanti al re. Poi il re disse: Spartite il fanciullo vivo in due: e datene la metà all'una, e la metà all'altra. Ma la donna di cui era il fanciullo vivo, disse al re (perciocchè le viscere le si commossero inverso il suo figliuolo): Ahi! signor mio; datele il fanciullo vivo, e nol fate punto morire. Ma l'altra disse: Non sia nè a te, nè a me, spartasi. Allora il re diede la sentenza, e disse: Date a costei il fanciullo vivo, e nol fate punto morire; essa è la madre sua. E tutti gl'Israeliti, udito il giudicio che il re avea dato, temettero il re; perciocchè videro che vi era in lui una sapienza di Dio, per giudicare.