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Secondo libro delle Cronache 20:5-13

Secondo libro delle Cronache 20:5-13 NR94

Giosafat, stando in piedi in mezzo all'assemblea di Giuda e di *Gerusalemme, nella casa del Signore, davanti al *cortile nuovo, disse: «Signore, Dio dei nostri padri, non sei tu Dio dei cieli? Non sei tu che domini su tutti i regni delle nazioni? Non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno può resistere contro di te? Non sei stato tu, Dio nostro, a scacciare gli abitanti di questo paese davanti al tuo popolo *Israele, e lo desti per sempre alla discendenza di *Abraamo, il quale ti amò? E quelli lo hanno abitato e vi hanno costruito un *santuario per il tuo nome, dicendo: “Quando ci cadrà addosso qualche calamità, spada, giudizio, peste o carestia, noi ci presenteremo davanti a questa casa e davanti a te, poiché il tuo nome è in questa casa; a te grideremo nella nostra tribolazione, e tu ci udrai e ci salverai”. Ora ecco che i figli di Ammon e di Moab e quelli del monte *Seir, nelle terre dei quali non permettesti a Israele di entrare quando veniva dal paese d'Egitto –ed egli li lasciò da parte e non li distrusse –eccoli che ora ci ricompensano, venendo a scacciarci dall'eredità di cui ci hai dato il possesso. Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!» Tutto Giuda, perfino i loro bambini, le loro mogli, i loro figli, stavano in piedi davanti al Signore.