Figlio mio, sta’ attento alla mia saggezza, inclina l’orecchio alla mia intelligenza,
affinché tu conservi l’accorgimento e le tue labbra custodiscano la scienza.
Poiché le labbra dell’adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell’olio;
ma la fine a cui conduce è amara come l’assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio.
I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano al soggiorno dei morti.
Lungi dal prendere il sentiero della vita, le sue vie sono sbagliate, e non sa dove va.
Or dunque, figlioli, ascoltatemi, e non vi allontanate dalle parole della mia bocca.
Tieni lontana da lei la tua via e non ti avvicinare alla porta della sua casa,
per non dare ad altri il fiore della tua gioventù, e i tuoi anni all’uomo crudele;
perché degli stranieri non siano saziati dei tuoi beni e le tue fatiche non vadano in casa di estranei;
perché tu non abbia a gemere quando verrà la tua fine, quando la tua carne e il tuo corpo saranno consumati,
e tu non dica: «Come ho fatto a odiare la correzione, e come ha potuto il mio cuore disprezzare la riprensione?
Come ho fatto a non ascoltare la voce di chi m’insegnava e a non porgere l’orecchio a chi m’istruiva?
Poco mancò che non mi trovassi immerso in ogni male, in mezzo all’assemblea e alla comunità».
Bevi l’acqua della tua cisterna, l’acqua viva del tuo pozzo.
Le tue fonti devono forse spargersi al di fuori? I tuoi ruscelli devono forse scorrere per le strade?
Siano per te solo, e non per gli stranieri con te.
Sia benedetta la tua fonte, e trova gioia nella sposa della tua gioventù.
Cerva d’amore, capriola di grazia, le sue carezze t’inebrino in ogni tempo, e sii sempre rapito nell’affetto suo.
Perché, figlio mio, ti innamoreresti di un’estranea e abbracceresti il seno della donna altrui?