Il fallimento ci insegna ad amare

Versetto chiave: Romani 5:8 "Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi."

Ricordiamoci che non dobbiamo definire chi siamo né dai nostri fallimenti e neanche dai nostri successi. Cerchiamo di non dipendere dagli sguardi degli altri. Quando a causa di un fallimento, mettiamo in dubbio il valore che abbiamo, in altre parole stiamo dicendo che non ci amiamo abbastanza. Viviamo male un fallimento? Forse bisogna considerare di sviluppare la stima di noi stessi.

Chi è che determina il nostro valore attualmente? Gli sguardi degli altri, il giudizio degli altri? Se abbiamo paura di fallire derivata dal “cosa diranno gli altri?”, allora abbiamo lasciato nelle mani degli altri la decisione di definire il nostro valore. Se non sono le persone, forse è la società stessa che definisce il nostro valore. Dal nostro peso, dalla nostra età, dal livello scolastico…

Tutto questo dimostra un difetto di amor proprio!

Ma ricordiamoci che il nostro valore è grande agli occhi di Dio! Quindi se la paura di fallire rivela una mancanza di stima di se stessi, e una mancanza di amore per gli altri, allora inevitabilmente rivela una mancanza di amore per Dio! Ma il fallimento ci può insegnare a crescere nell’amore di Dio. Come è possibile?

Il fallimento ci insegna l’amore. Quando cadiamo, realizziamo la nostra fragilità e diventiamo più compassionevoli verso gli altri. Impariamo a non giudicare, ma a tendere una mano, a sostenere chi è caduto come noi.

Gesù ci insegna questo: anche quando non siamo all’altezza, Lui ci ama e ci rialza. La donna peccatrice (Luca 7:47) ha ricevuto il perdono e ha amato molto perché molto le era stato perdonato. Imparare ad amarci nonostante le cadute è fondamentale: il nostro valore non cambia per i nostri successi o fallimenti, ma è radicato in Cristo.

Amiamo noi stessi come Dio ci ama. Siamo pazienti con i nostri errori e abbiamo compassione per gli altri. Ricordiamoci: siamo preziosi agli occhi di Dio, indipendentemente dai nostri fallimenti.

Conclusione della serie:

Filippesi 3:13-14 "Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù".