Il fallimento ci rende creativi

Versetto chiave: 2 Corinzi 12:9 "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza."

Il fallimento è una palestra di creatività. Quando tutto fila liscio, tendiamo a rimanere nella nostra zona di comfort. In modo naturale non amiamo i fallimenti, la frustrazione, e siamo anche molto attenti allo sguardo degli altri, non vogliamo deluderli.

Ma quando falliamo, siamo spinti a reinventarci, a trovare nuove soluzioni. Pensiamo a Davide: dopo il peccato con Betsabea, non si è arreso, ma ha composto salmi di profonda adorazione e pentimento che ancora oggi parlano ai nostri cuori. Se non fuggiamo dai nostri fallimenti, ma li sappiamo affrontare in modo positivo, saremo visti come qualcuno che non molla mai, di creativo, che si sa adattare alle situazioni.

L’etimologia del termine “inventivo”: inventare. (In: dentro e Ventum: vento, venire)

Essere inventivo significa letteralmente aver il soffio all’interno. Questo raggiunge l’idea di essere “ispirato” (spirito all’interiore). Quindi per spiegare questa idea, penso che il fallimento ci spinga a trovare delle soluzioni, quindi ad essere inventivi ed “ispirati”.

Significa di cercare in Dio l’ispirazione, il soffio dello Spirito Santo, per trovare le idee che provengono dal cuore di Dio e che ci faranno avanzare ed oltrepassare il fallimento.

Il fallimento ci costringe a guardare le cose da un'altra prospettiva. A volte, una porta chiusa ci spinge a cercare altre strade. È un'opportunità per dipendere dallo Spirito Santo e ricevere nuove idee ed ispirazioni.

Il fallimento è un trampolino di lancio verso il successo. A scuola, Napoleone si è classificato quarantaduesimo su quarantatré e questo non gli ha impedito di formare più tardi un’armata che lo porterà a conquistare l’Europa.

Hanno consigliato a Albert Einstein, che sembrava avere delle difficoltà di apprendimento, di abbandonare gli studi di fisica per consacrarsi a qualcosa di più facile. Oggi è considerato come il padre della fisica nucleare!

Quando pensiamo a questi uomini, non ci ricordiamo dei loro fallimenti, ma solamente a come hanno contribuito a cambiare la storia. Per essere ricordati così, delle persone che hanno cambiato la storia, per essere una chiesa che ha cambiato la storia, dobbiamo passare dal fallimento perché decidiamo di osare e di uscire dalla nostra zona di comfort.

Quale nuova idea o soluzione possiamo cercare dopo un fallimento? Preghiamo e chiediamo a Dio creatività e saggezza per ripartire.