E' il momento di coltivare i talentiCampione

Nella parabola dei talenti, Matteo 25, notiamo subito una cosa: Dio chiamò i Suoi servi. Quindi, la prima domanda che dovremmo porre a noi stessi è questa: siamo servi di Dio?

Per essere Suoi servi è sufficiente credere che Gesù sia il Salvatore e che abbiamo ottenuto, per mezzo di Lui, il perdono dei nostri peccati; pertanto entriamo di diritto nel campo di Dio. Se sei stato salvato, sei anche chiamato al servizio; ecco dunque una seconda domanda: vogliamo lavorare per Dio?

La salvezza ci porta ad essere figli di Dio; leggiamo la parabola dei due figli, quella che Gesù racconta in Matteo 21. Notiamo come Dio ci invita nell'andare a lavorare; spetta a noi scegliere se farlo oppure o no. In quella parabola, il primo figlio disse che sarebbe andato, ma in realtà non lo fece; il secondo fu più sincero, disse che non aveva voglia però, pentitosi, cambiò idea. A quale categoria dei figli di Dio apparteniamo?

Ci saranno momenti in cui non vogliamo lavorare per Dio; forse a causa delle circostanze o perché siamo scoraggiati. Potremmo avere tanti altri motivi per smettere di lavorare per Lui ma la Bibbia ci incoraggia affinché ci pentiamo di questo pensiero: il campo è grande ma gli operai sono pochi. Dio è degno del nostro lavoro per Lui!

Forse ti senti incapace, ma ecco che viene fuori il concetto dei talenti: in quanto figli di Dio siamo chiamati a servirlo e in quanto Suoi servi ci dona dei talenti. Dio viene incontro alle nostre incapacità fornendoci quanto abbiamo di bisogno per ottemperare al servizio che Lui stesso ci chiama a compiere.

Oggi rispondiamo insieme a queste domande:

- Sono consapevole di essere un servo di Dio?

- Voglio lavorare per Dio?