La fede che guarisceCampione

La fede non impietosisce Dio, essa sa che Dio è lì, vicino a chi soffre

Quando ci troviamo di fronte alla sofferenza della persona per cui preghiamo, possiamo tendere a voler attirare l'attenzione di Dio, suscitare la Sua compassione o impietosirlo. Questi comportamenti e queste preghiere si basano su una menzogna: Dio non si interessa ai malati. Voglio persino affermare, a rischio di scandalizzarti, che queste preghiere pretendono che noi abbiamo più compassione di Dio stesso. Sono preghiere d’incredulità e pertanto rimangono inefficaci.

Eppure Dio è vicino a chi soffre. La guarigione è costata molto cara a Gesù, poiché ha sofferto unicamente per la nostra guarigione. Infatti, lo spargimento del Suo sangue sarebbe stato sufficiente per salvarci. Devi comprendere che non è la sofferenza che attiva la potenza di Dio, ma la fede nell'opera di Gesù. La fede che guarisce si basa quindi sulla compassione, l’attenzione, la vicinanza e la presenza di Dio che comunicano al malato ciò che Dio vuole fare per Lui. È solo questa fede che permette di fare un prelievo, a beneficio del malato, dalle benedizioni acquistate da Gesù alla croce.

Devi quindi bandire dalle tue preghiere le formule che informano Dio delle condizioni del malato. Ne è al corrente. Formule come: "Signore, sta soffrendo tanto!", "Signore, se tu lo guarissi, potrebbe tornare a lavorare!", sono inutili.

Pregare per fede è prendere la mano trafitta di Gesù e metterla sul malato perché riceva la vita.

David Théry
Insegnamenti pratici per sperimentare Dio