MEDITAZIONI SUL VANGELO DI LUCA PER LA FAMIGLIACampione

MEDITAZIONE 3 "Due nascite: quella di Giovanni e quella di Gesù": Avanzando nella lettura del Vangelo di Luca, noteremo un dualismo che rivela la novità del «lieto annuncio». Da un lato vedremo come in Gesù si adempiono le promesse degli antichi; dall’altro come queste promesse si realizzano in modo diverso, e comportano un nuovo approccio alla salvezza e al nostro modo di comprendere la vita nella sua totalità In questi primi capitoli i parallelismi fra l’«età» antica e la nuova sono evidenti, così come le differenze iniziali che forgiano le vite di Giovanni e di Gesù. Il ruolo di Giovanni è quello di annunciare la venuta del Messia, e di indicarne la presenza; ma Giovanni appartiene al passato. Per contro, anche se le radici e le origini di Gesù sono nella storia antica di Israele, lui rappresenta l’inizio di una nuova era. La nascita di Giovanni segue il modello di un evento tradizionale, sebbene tutto in lui sia eccezionale. È stata preceduta da segni miracolosi, e annunciata da un angelo a Zaccaria, suo padre, il cui mutismo era causato dalla mancanza di fede. Contrariamente a qualsiasi aspettativa umana, Giovanni è stato concepito da una coppia anziana e sterile, così come l’angelo aveva preannunciato. Giovanni viene accolto, e accettato, nel contesto di una famiglia felice. Genitori, parenti e vicini condividono la gioia per la sua nascita e festeggiano la sua circoncisione, il rito consueto per i neonati maschi. Il loro stupore, infine, si esprime nella domanda sul futuro di quel bambino, perché «la mano del Signore era con lui.» (1, 66). La nascita di Gesù è completamente diversa. Ci sono molti particolari in comune: un angelo che annuncia la nascita miracolosa grazie alla potenza dello Spirito di Dio e lo proclama futuro erede al trono di Davide che verrà chiamato Figlio dell’Altissimo. Il resto della sua storia, tuttavia, infrange ogni regola di un evento miracoloso. Tutte le circostanze sembrano contrarie alla nascita del Messia. I suoi genitori dovranno lasciare la loro città quando la gravidanza di Maria è quasi al termine. A Betlemme, un piccolo villaggio, non troveranno un posto alla locanda, e Maria dovrà far nascere suo figlio in una stalla, ponendo il neonato in una mangiatoia. Niente stanze regali nel palazzo di Gerusalemme, e neppure autorità religiose e politiche ad accogliere il Re d’Israele per rendergli omaggio. A parte una visione di angeli, gli unici che riconoscono il «Messia e Signore» nel bambino in fasce sono alcuni pastori, il gruppo sociale più inaffidabile in Israele. La salvezza non è dove dovrebbe essere. Il regno di Dio è giunto ai poveri, agli emarginati, e richiede nuovi occhi per essere visto. Sì, per Israele e per il mondo è arrivata una nuova era.